Roma è invasa dai serpenti. No, non stiamo parlando di un nuovo disagio per i cittadini della capitale. La questione è ben altra: fino al 10 aprile sarà ancora possibile visitare la mostra SerpentiForm, allestita da Bulgari a Palazzo Braschi con la collaborazione della sovrintendenza di Roma Capitale.
Perché il serpente non è soltanto l’antico simbolo di rinascita e seduzione venerato dalle civiltà del passato, ma è anche l’emblema della storica maison di gioielli romana, che attorno alle sue forme sinuose ha costruito il gusto del lusso italiano. L’esposizione è pensata come un percorso nella storia e nell’arte, a partire dagli straordinari gioielli emersi durante gli scavi di Pompei e oggi conservati al Museo Archeologico di Napoli, passando per le creazioni dell’Archivio Storico Bulgari fino ad arrivare alla moda dei grandi maestri del Made in Italy.
Non mancano fotografie e costumi provenienti dal mondo teatrale e cinematografico, tra i più significativi quelli indossati da Elizabeth Taylor in occasione delle riprese del film Cleopatra, girato nel 1963, una pellicola con cui si rinnovò il mito della regina suicida tramite il morso degli aspidi, precipitando così in un un torbido abisso fatto di bellezza e morte, non a caso legato alla figura ambigua del serpente.
In mostra sono poi numerose anche le interpretazioni che di questo nobile rettile sono state date dai principi dell’arte di tutti i tempi: tra gli altri Keith Haring, Paul Klee, Alexander Calder, in bilico tra gioco e astrazione. Accanto a loro, fotografi del calibro di Helmut Newton e Robert Mapplethorpe sono presenti con la loro visione del serpente, sentito come elemento di vanità e metamorfosi.
Il posto d’onore è riservato naturalmente ai Serpenti Bulgari, dalla stilizzazione dei primi modelli alle recenti opere in oro e smalti policromi. Una leggenda di stile e artigianalità, destinata a durare ancora a lungo, nel segno del serpente.