Nel settimo secolo A.C., a causa della necessità di velocizzare i flussi economici e di facilitare gli scambi di beni e servizi che crescevano a vista d’occhio, il baratto, la prima rudimentale forma di commercio, veniva sostituito dalla moneta. Da quel momento in poi il denaro contante ha rappresentato il mezzo più comune ed efficiente per i nostri acquisti quotidiani. Di recente però, con l’aumento vertiginoso dell’e-commerce, delle transazioni online, e con il lancio di innovativi metodi di pagamento contactless come il nuovissimo Apple Pay, sempre più economisti iniziano a domandarsi se anche la moneta cartacea non abbia fatto il suo corso.
“Eliminare il contante aiuterebbe i governi ad incrementare le entrate tributarie, a combattere molte forme di criminalità e a sviluppare migliori politiche monetarie” è questo ciò che sostiene Kenneth Rogoff della Harvard University, e con lui molti altri. Secondo il professore americano il cambiamento sarebbe pressoché minimo in superficie. In effetti, nelle economie occidentali banconote e coins rappresentano una porzione sempre minore dei soldi in circolazione. In UK ad esempio, i contanti equivalgono solamente al 3% del denaro totale. Di fatto quindi, la stragrande maggioranza dei movimenti di capitali avviene ormai elettronicamente, senza mai prendere una forma fisica.