Dalla fine dell’Ottocento questa zona di Manhattan è stata colonizzata dagli immigrati provenienti dall’Italia meridionale. Un quartiere divenuto mitico grazie al cinema e che ancora oggi mantiene le sue caratteristiche tipiche.
C’era una volta Little Italy… no, non è un modo per iniziare a raccontarne le origini, ma piuttosto il rischio che sta correndo una delle zone più famose al mondo. Stando infatti all’ultimo censimento eseguito nella città di New York, solo il 5% dei 8.600 abitanti del quartiere sono identificati come italiano-americani e anche Mulberry Street, che pure si aggrappa disperatamente alle sue radici, ha progressivamente perso la sua componente originaria e ci sono sempre meno ristoranti e negozi “originali”, sia a causa della crisi, sia per l’aumento degli affitti sia, infine, per l’espansione delle aree limitrofe, Chinatown da sud, SoHo da ovest e Nolita da nord.
Eppure, quello tra Italia e Stati Uniti, e in particolare tra il Meridione e la città di New York, è un legame che continua a essere decisamente saldo. Basti pensare che l’attuale sindaco della Grande Mela è Bill De Blasio, i cui nonni materni provenivano da Campania e Basilicata; ma sono tantissime le personalità, gli attori e i personaggi famosi dalle radici italiane, come Martin Scorsese (i cui nonni avevano lasciato la provincia di Palermo, le cittadine di Polizzi Generosa e Ciminna, per raggiungere gli States).
E Little Italy a Manhattan continua a essere, almeno nell’immaginario collettivo, il luogo dove il turista italiano può trovare a ogni angolo il “sapore di casa”, mangiare le specialità tipiche del suo Paese e sentire quel particolare slang così famoso al cinema, come nelle scene de “Il Padrino”. Certo, San Diego vanta un vero e proprio “Festival” annuale che inneggia alla Sicilia, con feste, rituali, cibo, valori e provenienti direttamente dall’isola, il quartiere a San Francisco era negli anni ’50 il ritrovo dei beatnik, ma è la Little Italy di New York quella che, sebbene ridimensionata rispetto agli “splendori” del secolo scorso, continua a essere un punto di riferimento soprattutto per le celebrazioni del Columbus Day e della festa di San Gennaro, che richiamano migliaia di persone incuriosite.
È dal 1880, all’incirca, che napoletani, siciliani e calabresi hanno popolato il quartiere, che rifletteva nelle sue strade la posizione stessa degli immigrati: Mulberry Street, per esempio, ospitava in gran parte persone provenienti da Napoli, mentre ad Elizabeth Street si concentravano le famiglie della Sicilia. Si calcola che quasi tre milioni di persone siano partite da Calabria, Campania, Puglia e Sicilia verso gli Stati Uniti, sfiduciate dopo la guerra e, come nel caso di Messina, anche dal terribile terremoto del 1908, che aveva devastato l’area.
In molti hanno trovato la loro nuova “terra promessa” nella Little Italy di Manhattan, nel cuore di New York, a poca distanza da Broadway e dai grattacieli più imponenti dello skyline occidentale, come il Flat Iron e l’Empire State Building, area che si rivela una scelta interessante per prenotare la propria vacanza.
Anche se la sua demografia è cambiata nel corso degli anni e i suoi confini come detto si sono ridotti in termini di dimensioni, la storia italiana a Little Italy è ancora forte, rappresentata innanzitutto dai ristoranti e caffè lungo Mulberry Street, tra Broome e Canal Street, e sparsi in tutto il resto del quartiere. Secondo alcuni studi, la prima pizzeria di New York è stata fondata da Gennaro Lombardi, che ha aperto il proprio locale in Spring Street nel 1905 (che è stato riaperto nel 1994 infondo alla strada, a poca distanza dalla sua posizione originale), mentre la prima celebrazione per la festa di San Gennaro lungo Mulberry Street, che richiama ancora oggi migliaia di persone a metà settembre che si riversano nelle strade del quartiere, risale addirittura al 1926.
Nel 2010 Little Italy è stata inserita nel Registro Nazionale dei luoghi storici, e molti degli edifici sono considerati di valore monumentale: per questo, mantengono il loro stile originale, con i mattoni ancora a vista e nessun intervento di trasformazione.
I punti di riferimento del quartiere sono la Chiesa del Preziosissimo Sangue in Mulberry Street, punto focale per preservare la storia e la cultura del territorio, e i tanti negozi che tengono alto l’onore del made in Italy, a cominciare dalla gastronomia e dai deliziosi cannoli.
Sempre in tema di tradizioni culturali, il Papa Manteo Sicilian Marionette Theater in Catherine Street è stato fondato nel 1908 per importare anche a New York l’arte dei “pupi siciliani” e da allora continua ad attirare folle di turisti e curiosi, intenzionati a veder rappresentate le scene tratte dall’Orlando Furioso, come appunto caratteristica dell’Opera dei Pupi, inserita dall’UNESCO nell’elenco dei Patrimoni Orali e Immateriali dell’Umanità.
Il viaggio nella memoria si può concludere in uno dei luoghi simbolo dell’immigrazione negli Usa, Ellis Island, l’isola sulla quale venivano fatti registrare i nuovi arrivati, e che offre una suggestiva veduta della punta sud di Manhattan e soprattutto dell’isoletta vicina sulla quale sorgela Statua della Libertà. Oggi Ellis Island ospita un importante Museo dell’Immigrazione, che riesce a far percepire l’atmosfera del luogo com’era, celebrando l’America come nazione di immigrati, con mostre che raccontano quattro secoli di immigrazione verso gli Stati Uniti e un percorso che ricrea la trafila alla quale dovevano sottoporsi gli immigrati per il loro riconoscimento, dalla Registry Room (Sala di Registrazione) alle stanze per i colloqui.
Link Utili:
Mappa di Manhattan in PDF: http://www.weagoo.com/
Dove mangiare a little italy: http://www.tripadvisor.it/
Dove Dormire a Manhattan: http://www.expedia.it/