Cosa significa per te “fare qualcosa come una ragazza”?
Inizia proprio con questa domanda il video promozionale di Always, brand americano leader nel mercato dell’igiene femminile: nei tre minuti e venti di spot al centro della scena sono gesti e pensieri di bambine e ragazze che recitano, davanti ad una telecamera, la loro idea di fare qualcosa “like a girl”. Vi ricorda nulla? Probabilmente ora state pensando altri video “di genere” come quello di Dove Unilever, dove un disegnatore ritrae diverse donne in base ai loro racconti di sé stesse e delle altre, o lo spot di Verizon Wireless, in cui diverse bambine si cimentano in giochi e attività non prettamente femminili e vengono redarguite dai genitori. Così, senza dimostrazioni plateali, in tutti questi spot il genere femminile si prende una rivincita morale nei confronti dei più comuni stereotipi che lo accompagnano ogni giorno.
Una costante singolare che si ritrova in tutte e tre le campagne è sicuramente il fatto che il prodotto pubblicizzato non viene mai nominato: a catturare l’attenzione dello spettatore (o meglio della spettatrice) sono “solo” le parole e i gesti di donne, ragazze e bambine assolutamente comuni. Il destinatario finale dei video è infatti proprio la figura femminile: a quale donna non è mai capitato di vedersi orrenda riflessa nello specchio, di sentirsi deridere dai compagni di scuola o di essere frenata nella scoperta per non sporcare il vestitino? Ciò che rende gli spot così virali è il background culturale da cui pescano, nonché l’approccio apparentemente distaccato al problema di genere: è solo con lo svolgersi degli episodi infatti che in pochissimi minuti protagonisti e spettatori sono portati a riflettere su situazioni comuni che a pensarci bene così “comuni” non dovrebbero essere. A prendere la scena è infatti proprio il riconoscimento di tutti quei gesti che quotidianamente delineano l’idea di donna e che più o meno direttamente condizionano l’immagine che la donna ha di sé stessa.
Il precursore di questa tendenza marketing che vuole portare con sé l’emancipazione dagli stereotipi è stato probabilmente proprio Dove Unilever con la sua campagna “Real Beauty” lanciata nel settembre 2004: qui per la prima volta sono stati messi in discussione i canoni convenzionali di bellezza femminile tramite l’esaltazione di forme “imperfette” di donne vere.
È indubbio che in dieci anni il mondo del marketing abbia fatto passi da gigante, proprio così come l’emancipazione femminile: l’esigenza di distruggere ideali scomodi e inconfessati è quindi destinata a scemare e scomparire in breve? I numeri, ancora una volta, parlano da soli e sembrano affermare il contrario.
Non appena apriamo Youtube l’occhio non può che cadere sul numero di visualizzazioni totalizzato dagli spot: 64.099.602 per Dove Real Beauty Sketches, 37.828.457 per Always #LikeAGirl e 3.390.959 per Inspire Her Mind di Verizon Wireless. Se si considera la data di pubblicazione, tuttavia, la classifica è destinata a ribaltarsi in favore degli ultimi pubblicati, indiscutibilmente virali: in testa #LikeAGirl stacca i compagni con una media di ben 1.719.475 visualizzazioni quotidiane (come se ogni giorno tutti gli abitanti di Milano, turisti compresi, l’avessero visto almeno una volta).