Avrà sede a Shanghai e sarà presieduto per i primi cinque anni dall’India il nuovo istituto di credito transnazionale dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) – la New Development Bank (NDB). Stando alle dichiarazioni rilasciate ieri al vertice di Fortaleza, in Brasile, i leader delle economie emergenti intendono affiancare alla nuova organizzazione anche un fondo di emergenza comune da $100 miliardi, da cui attingere in caso di crisi della bilancia dei pagamenti.
Il primo concreto passo intrapreso dai BRICS verso la ridefinizione di quell’ordine finanziario mondiale disegnato dalle potenze Occidentali nel secondo dopoguerra a Bretton Woods, in cui, come dichiarato dalla Presidente Brasiliana Dilma Rousseff, “i BRICS stanno guadagnando sempre maggior peso politico e dimostrando il proprio ruolo”. Diversamente da quanto accade nel FMI e alla Banca mondiale, la NDB “sarà alquanto democratica”, ha comunicato il Ministro delle Finanze Brasiliano Guido Mantega.
Ogni membro ne ha ricavato effettivamente qualcosa. Il primo presidente del Board of Governors sarà russo, mentre al Brasile va il primo presidente del Board of Directors. Tuttavia il grande vincitore risulta essere il Sud Africa, che, in quanto sede del primo centro regionale della Banca dei BRICS, potrà godere di un accesso privilegiato all’acquisizione di competenze finanziarie, a nuovi investimenti ed opportunità commerciali, ha riferito Colin Coleman, responsabile della sede Goldman Sachs Group di Johannesburg e partecipante alla riunione del BRICS Business Council.