Da Nord a Sud: Tutti i Tabù e le Superstizioni degli Atenei Italiani

Sempre al nord, veniamo al caso degli studenti di Pavia. Nel percorrere il cortile centrale, è d'obbligo non scegliere la via più breve, ovvero tagliarlo in diagonale. Se non si vuole essere perseguitati dalla sfortuna durante gli anni dell'università, sarà bene prendersela comoda e farsi una passeggiata lungo tutto il porticato che circonda il cortile. Più o meno alla stessa latitudine, ma un po' più ad est, tutto ruota intorno ad una catena. Infatti, a Padova, è vietato saltare proprio la catena che si trova all'ingresso centrale, almeno prima di laurearsi: non appena si è discusso la tesi, il balzo è d'obbligo.

A questo punto, non ci restano che i due estremi geografici del nostro percorso tra gli atenei italiani. A Torino, chiunque stia ancora studiando all'università non può salire fino in cima alla Mole Antonelliana: per godersi la vista da lassù, dovrà prima aver indossato la corona di alloro. Diverso il caso di Napoli. Gli studenti partenopei confermano la tradizione artistico-religiosa della propria città: prima di sostenere un esame, mai andare a vedere la bellissima scultura del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino. Il rischio è il solito: presentarsi al prossimo appello.

Insomma, ad ogni latitudine e longitudine, gli studenti universitari italiani devono guardarsi dalle insidie che la tradizione di ogni ateneo porta con sé. Tabù bizzarri, ma anche elementi caratteristici, dei quali difficilmente ci libereremo. E, se i più negativi penseranno "come se lo studio non fosse già abbastanza!", i più ottimisti saranno rasserenati dal fatto che generazioni e generazioni di studenti confermano che la preparazione non è tutto.

Photo credit: M. Bertulat / Foter / CC BY-ND