Nella vita di ogni studente, esistono riti e luoghi che diventano, nel corso degli anni, punti di riferimento essenziali. La biblioteca è ovviamente uno di questi. Per molti è un luogo di incontro, per altri è un’oasi silenziosa che stimola la concentrazione, per la maggior parte degli studenti è una necessità.
La massima espressione di questa “necessità” si può trovare nelle mani gelate di chi, la mattina, si presenta mezz’ora prima degli orari di apertura per accaparrarsi un posto, soprattutto nel periodo degli esami. Sì, perché di biblioteche ce ne sono tantissime, e le postazioni generalmente non scarseggiano. Il vero problema è che non c’è il “ricambio” di utenza: chi arriva il mattino, spesso se ne va all’orario di chiusura, che nella maggior parte delle biblioteche non va oltre le ore 20.00. Chi trova un posto, lo tiene come un tesoro prezioso e difficilmente lo lascia.
La polemica sugli orari stringati e i giorni di apertura delle biblioteche italiane è calda. Soprattutto quando gli amici, che tornano dalle esperienze all’estero, raccontano di queste fantomatiche biblioteche europee iperorganizzate, ma soprattutto aperte 24 ore su 24, 7 giorni su 7.