Mentre scriveva “L’Opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” Walter Benjamin non immaginava che gli oggetti potessero avere oltre a un’aura, anche un Aurasma. Se negli anni ’30 il filosofo tedesco parlava di un’anima nascosta all’interno degli esemplari originali delle opere d’arte, nel 2010 Autonomy, azienda inglese dell’IT, inventava Aurasma, un software capace di creare un secondo corpo, digitale, agli oggetto del mondo fisico. Recita la vision del progetto made in Cambridge: “an augmented reality app that’s changing the way millions of people see and interact with the world”.
Le mosse per approcciarsi al mondo di Aurasma sono le seguenti. Scaricate l’app gratuitamente sull’App Store o su Google Play, registratevi e puntate la telecamera del vostro smartphone/tablet su un’immagine o su un oggetto dove sia presente il logo Aurasma. L’obiettivo rileverà un contenuto multimediale, invisibile a occhio nudo, quindi lo riprodurrà sul vostro display. Potete cercare i loghi per strada muovendo l’obiettivo quando camminate oppure potete impostare una sveglia che vi avvertirà quando il vostro device avrà “percepito” un’aura. La tecnologia, apparentemente simile a quella del diffusissimo QR Code, è capace “in realtà” di offrire molto più che sconti e promozioni.