Il 9 settembre del 1998 venne a mancare il cantautore italiano Lucio Battisti. Tuttora considerato uno dei massimi esponenti della musica leggera italiana, durante la sua carriera ha venduto 25 milioni di dischi. La sua produzione ha influito sulla musica pop/rock anni settanta. Intensa la collaborazione artistica con Mogol, che ha portato alla creazioni di canzoni in grado di comunicare, con straordinaria originalità, temi delicati. Parlare d’amore, d’amicizia e introspezione interiore è spesso arduo, ma i due amici hanno affrontato le emozioni umane in modo coinvolgente, partendo dal punto di vista della quotidianità.
Battisti nasce in provincia di Rieti, ma la famiglia si trasferisce a Roma. Nel periodo romano adolescenziale si avvicina al rock e suona la chitarra. Dopo il diploma si trasferisce a Milano, frequenta i locali di Santa Tecla, ascolta il jazz e il nascente Rock italiano. Trascorre gran parte della sua vita in Lombardia e nel 1973 si trasferisce definitivamente a Molteno in Brianza. Probabilmente proprio l’atmosfera bigia della Brianza ha ispirato l’album “Una giornata uggiosa”, l’ultima esperienza professionale insieme a Mogol. Le innumerevoli canzoni sono diventate un simbolo nazionale e i testi, conosciuti a memoria, entrano a far parte del linguaggio comune. Si pensi al “Lo scopriremo solo vivendo” tratta dalla canzone “Con il nastro Rosa”.
Domandarsi perche’ quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore…
Ma che disastro, io mi maledico ho scelto te – una donna – per amico, ma il mio mestiere è vivere la vita che sia di tutti i giorni o sconosciuta; ti odio forte, debole compagna che poche volte impara e troppo insegna.
Sogno di abbracciare un amico vero che non voglia vendicarsi su di me di un suo momento amaro e gente giusta che rifiuti d’esser preda di facili entusiasmi e ideologie alla moda
Non e’ un fuoco che col vento può morire ma vivrà quanto il mondo fino a quando gli occhi miei avran luce per guardare gli occhi tuoi.
Scusa se son venuto qui questa sera da solo non riuscivo a dormire perche’ di notte ho ancor bisogno di te fammi entrare per favore solo credevo di volare e non volo credevo che l’azzurro di due occhi per me fosse sempre cielo, non e’.
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori e le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti “tu muori se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori” ma non una parola chiarì i miei pensieri continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri.
E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante cancella col coraggio quella supplica dagli occhi troppo spesso la saggezza è solamente la prudenza più stagnante e quasi sempre dietro la collina è il sole
Sì viaggiare evitando le buche più dure, senza per questo cadere nelle tue paure gentilmente senza fumo con amore dolcemente viaggiare rallentare per poi accelerare con un ritmo fluente di vita nel cuore gentilmente senza strappi al motore.