I big della Silicon Valley contro Trump, Spread sopra 200 punti

I big della Silicon Valley tra cui Apple, Facebook e Microsoft e altri 18 Stati si sono schierati contro il decreto immigrazione del Presidente Trump, Spread sopra i 200 punti per timore di uscita Francia dall’UE.

Nel mondo

Partenza in rialzo per lo spread Btp/Bund che ha passato i 200 punti portandosi ai massimi di 3 anni sui timori della vittoria di Marine Le Pen alle prossime presidenziali francesi la quale si è presentata con un programma di uscita dall’euro e dall’Unione Europea. (Ansa).

Negli USA i big della Silicon Valley, tra cui Apple, Facebook e Microsoft insieme ad altri 18 Stati, hanno firmato un ricorso in corte d’appello contro il decreto del Presidente Trump che andrebbe a bloccare l’immigrazione da ben sette Paesi. La Corte d’appello di San Francisco ha convocato per oggi un’udienza per affrontare la questione (Repubblica).

In Italia

Durante un intervento all’Europarlamento il presidente della BCE, Mario Draghi, ha confermato “l’irrevocabilità dell’Euro”, mentre per quanto riguarda un’Unione a due velocità ha dichiarato che “è un concetto ancora da sviluppare su cui non sono in grado di esprimere alcun commento“. Inoltre ha espresso preoccupazione per le potenziali minacce protezionistiche (ANSA).

Dopo Virginia Raggi anche l’ex capo della segreteria Salvatore Romeo è indagato per concorso in abuso d’ufficio (Ansa).

Unicredit nel primo giorno di aumento del capitale ha chiuso in calo di quasi il 7%, da aspettarselo vista la diluizione del capitale (Ansa).

Trenitalia ha annunciato che era presente un errore nell’algoritmo che calcolava il prezzo dei biglietti e abbonamenti: il risultato è stato un rincaro di oltre il 30% (Ansa).

Accadde oggi

Nel 1992 viene firmato il Trattato di Maastricht che regola le soglie e i parametri economici necessari per determinare l’ingresso dei vari paesi nell’Unione Europea. Entrerà in vigore nel novembre del 1993.

Economia e mercati

Il calo della sterlina ha pesato sui conti della compagnia aerea Ryanair che ha visto scendere dell’8% i profitti trimestrali (Repubblica).

Dopo una scia positiva i dati tedeschi prendono una scivolata: la produzione industriale per il mese di dicembre è crollata del -3%. Le attese erano dello 0,3% (Reuters).

Un movimento anticipatore per l’inflazione negli Stati Uniti è arrivato dal valore dell’Indice ISM Non Manifatturiero che prosegue il trend positivo degli ultimi mesi.

Il rendimento offerto dal debito argentino denominato in dollari USA continua a diminuire in risposta ad un aumento della domanda da parte dei mercati finanziari: dopo quasi un anno dal ritorno alle negoziazioni pare stia tornando un pò di fiducia verso il Paese del Sud America.

Occhio al dato

In Italia l’Istat rilascia la nota mensile sull’andamento dell’economia di gennaio.

Negli Stati Uniti saranno rilasciati i dati della Bilancia commerciale di dicembre.