Cellulare e Tumore al Cervello: Tanti Dubbi e Poche Certezze

Entro la fine del 2013 secondo Cisco Systems, colosso dei sistemi informatici, sulla terra saranno presenti più telefoni cellulari che esseri umani. Di questi, già nel 2012, il 54% era rappresentato da smartphone, che ormai si aggirano intorno al 70%. Per alcuni scienziati sono più mortali delle sigarette. Per altri, del tutto innocui. Da che parte sta la verità? Ci è dato saperlo?

Julia Llewellyn Smith, giornalista del The Telegraph, ha provato ad analizzare in un lungo e sofisticato articolo le diverse posizioni a riguardo.

L’industria dei “mobile phones” vale migliaia di miliardi di euro e supera persino il valore dell’industria farmaceutica. Come si può intuire, non è facile trattare e studiare un mercato così importante e strategico, rappresentato e difeso da lobby e poteri che assomigliano molto da vicino, per dimensione e analogia, a quelli dell’industria del tabacco. Ma veniamo ai fatti. Due anni fa, la International Agency for Research on Cancer (IARC), un’agenzia interovernativa facente parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha pubblicato un report in cui ha rivisto le classificazioni delle radiazioni provenienti dai telefoni cellulari passandole dalla categoria 3, cioè senza evidenti conseguenze di cancro, alla categoria 2B, cioè potenzialmente cancerogene per l’uomo, insieme ai gas di scarico, al cloroformio, al carburante dei veicoli, e al DDT, un potente insetticida. Ciò nonostante, organizzazioni come lo UK Cancer Research sostengono di non preoccuparsi. Sarah Williams, senior health information dell’ente britannico, dichiara infatti pubblicamente che un collegamento tra cellulari e cancro è “altamente improbabile”, anche se, trattando di una tecnologia relativamente nuova, non è possibile affermarlo con assoluta certezza.

In tutto ciò, il National Health Service inglese raccomanda di limitare l’utilizzo dei telefoni cellulari se si vuole evitare l’esposizione alle onde radio. I bambini, in particolare, non dovrebbero utilizzare i telefoni se non in situazioni di grave emergenza, perché, se anche solo esistesse un minimo rischio, la debolezza del loro cranio e lo stato di sviluppo della loro attività celebrale potrebbe renderli molto più vulnerabili ai potenziali danni.

Altri Paesi sono andati oltre. La Francia, ad esempio, ha vietato le pubblicità di telefoni cellulari mirate ad una “customer base” inferiore ai 12 anni, mentre sta per essere introdotta una legge che obbliga chi vende i telefoni a farlo sempre con annesse cuffie auricolari. In Canada e in Russia ci sono stati inviti alla cautela e in Israele il governo sta considerando la possibilità di stampare adesivi di allerta sui cellulari, come sui pacchetti di sigarette. Nel frattempo, diversi Stati stanno studiando la possibilità di vietare il wi-fi in alcune scuole inferiori.

Il nodo del dibattito riguarda la possibilità che le radiazioni emesse da dispositivi come i cellulari possano danneggiare il tessuto cellulare umano. La lobby pro-cellulari insiste affermando come una radiazione ionica sia sì in grado di provocare un cancro, in quanto capace di distruggere i legami biochimici nel corpo, ma una radiazione elettromagnetica emessa da un cellulare non può invece colpire il tessuto e danneggiare molecole di DNA perché troppo debole e di frequenza decisamente troppo bassa.

Diversi Cancer registry, che raccolgono statistiche su casi di cancro, mostrano che nello scorso decennio, periodo in cui l’utilizzo di cellulari è cresciuto maggiormente, il numero di tumori celebrali è rimasto in linea con il decennio precedente.

Ma questo dato rassicura solo in parte. Perché se i tumori cerebrali hanno una particolare peculiarità, questa consiste proprio nella capacità della malattia di “nascondersi” con una lunga latenza che può durare fino a 40 anni. Nell’ottobre del 2012 la Corte di Cassazione italiana ha ravvisato per la prima volta una relazione diretta tra l’abuso di cordless e cellulare e il tumore (nel caso specifico all’orecchio), riconoscendo come legittimo lo stato di invalidità per l’80% a Innocente Marcolini, un manager bresciano che aveva passato per lavoro ore ed ore al telefono per anni.

Finché non sarà sciolto il dubbio, meglio usare l’auricolare…

Photo credit: bibendum84 / Foter / CC BY-SA