Ceres Soft Ale: un Pesce d’Aprile che Costerà Caro?

I presupposti per un lancio pubblicitario, soprattutto in rete, che facesse il botto, c’erano tutti: la birra “rosa”, la rivoluzione di un prodotto che da prodotto ad uso e consumo maschile si trasforma in una delizia per palati femminili, il colore dissacrante, il sapore inedito. Invece il lancio della Ceres Soft Ale, la birra a bassa gradazione alcolica aromatizzata allo zenzero e al lampone, destinata soprattutto a un pubblico femminile, potrebbe trasformarsi nel più grande boomerang commerciale per una delle aziende del settore beverage più conosciute del Paese.

Tutto è iniziato con il lancio del sito, ovviamente rosa, creato ad hoc per il lancio del prodotto, nato per lasciare spazio agli utenti per lasciare i commenti sul nuovo prodotto Ceres. Un sistema fin troppo free, non dotato di un sistema di filtraggio dei messaggi, che ha generato commenti di ogni genere, a partire da cattiverie, talvolta gratuite, oltre che ad insulti nei confronti che nell’immaginario di colui che ha lanciato la campagna, dovevano essere al contrario entusiastici e propositivi.

A ciò si aggiunge, che la fine del countdown per il lancio della bevanda è previsto per il primo aprile, e tutto ciò ha fatto pensare agli utenti, nonché alcuni esperti di marketing virale, che il lancio della bevanda femminile fosse in realtà una bufala. Nelle ultime ore la piattaforma del sito di Soft Ale si è dotata di un sistema di filtraggio dei messaggi per correre ai ripari dopo il teasing fallimentare degli scorsi giorni. E c’è chi già urla al complotto da parte dei competitors che avrebbero innescato una vera e propria battaglia a colpi di social per affossare il prodotto e l’azienda già prima del lancio.

Ma se, in barba alle polemiche e alla campagna di lancio, tutto ciò si rivelasse una colossale bufala commerciale di Ceres? Analizzando le due casistiche, potremmo dedurre che in caso affermativo, non si tratterebbe sicuramente di un bell’inizio di avventura commerciale per un prodotto che già dal pre-lancio ha floppato nelle performance. Se fosse invece un troll dedicato a tutti i consumatori della nota bevanda alcolica, potrebbe rivelarsi un boomerang in termini di fidelizzazione del cliente e di credibilità del brand.

Insomma, rivisitando un vecchio proverbio, chi mal comincia, è già alla fine di una brutta storia (di marketing).