Chi Si Ferma è Perduto. La Storia di Evan Spiegel, Creatore di Snapchat

Circa un mese fa ho preso parte ad un progetto in Ungheria, al quale hanno partecipato ragazzi di tutte le età. Al termine del progetto, come di consueto, ci scambiamo i contatti, numeri di telefono, email, si sente la classica frase “ti aggiungo su Facebook!”. E poi… e poi, qualcuno nomina tale Snapchat. Noi più anziani (ma questo posso dirlo solo io!) ci guardiamo attoniti, ignorando di cosa stiano parlando i poco più che teenagers. Da “delfino curioso” quale sono, scarico l’app e comincio a giocare con questo sconosciuto. Per me, abbastanza difficile da usare (c’è da dire che io e lo smartphone abbiamo un rapporto molto complicato, in generale). Eppure, Snapchat è il pane quotidiano dei giovani d’oggi.

Evan Spiegel, classe 1990. Ragazzo prodigio che a 14 anni ha già costruito un computer. Ragazzo viziato che, non appena patentato, riceve in regalo – dai genitori – una lussuosa Cadillac Escalade. Due facce di una stessa medaglia?! Forse. O forse no, perché non è scritto da nessuna parte che i geniacci non possano essere anche viziati e facoltosi. Fatto sta che questo ragazzo – complice una foto che l’amico si è pentito di aver inviato a qualcun altro – ha un’intuizione che, pochi anni dopo, gli avrebbe fruttato fior fiori di soldini: foto e video che scompaiono dopo una manciata di secondi (massimo 10).

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All’inizio il progetto sembra un buco nell’acqua: pochi download, i potenziali investitori non investono, diverse le difficoltà tecniche. Insomma, questa app nessuno se la fila. Fin quando all’interno delle scuole gli studenti cominciano ad utilizzare Snapchat durante i compiti in classe. Eh sì, perché chi può provare che la prova di matematica non è farina del tuo sacco, se la foto che ti hanno inviato – e che conteneva i risultati – è scomparsa? Beh, se fosse esistita l’app ai “miei tempi”, certamente non avrei vissuto situazioni esilaranti di biglietti volanti e compiti di latino annullati in malo modo.

In ogni caso, con l’aggiunta di didascalie alle foto e ai video, di animazioni e di altre funzioni simpatiche, Snapchat diventa a poco a poco un colosso che attira l’attenzione di Mark Zuckemberg (che offre 3 miliardi a Spiegel il quale, però, non vende la sua app) e dei vertici di Google (anche qui, il piccolo genio della Silicon Valley rifiuta un’offerta da capogiro).  Non si è arreso davanti alle difficoltà inziali e oggi, a qualche anno di distanza dalla fondazione di Snapchat, Evan Spiegel è il miliardario più giovane della classifica di Forbes. Poco alla volta ha creato un impero che, a quanto pare, è destinato a durare per molto più di 10 secondi.