Cinque Utili Consigli per Affrontare un Colloquio di Selezione

Affrontare un colloquio di selezione, soprattutto se il primo, è sempre fonte di tensione e dubbi amletici: Come mi devo comportare? Cosa devo sapere? Come posso convincere il selezionatore che sono io la persona che sta cercando?

Per aiutarci a dipanare la matassa ci viene in soccorso con alcuni utilissimi consigli Luca Bauckneht, membro del Consiglio del Direttivo Nord Est dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale (AIDP) e Human Resources Director Europe & Latin America di CDK Global, uno dei più grandi provider mondiali di tecnologie informatiche per l’industria automobilistica.

1. Dott. Bauckneht, se in questo momento avesse davanti due CV di neolaureati che hanno affrontato lo stesso percorso universitario, cosa la spingerebbe a proporre un colloquio ad uno piuttosto che all’altro?

Argomento di tesi, votazione e, soprattutto, tempi di conseguimento della laurea sono elementi altamente qualificanti. Aggiungerei anche interconnessi: una votazione media, infatti, può essere ampiamente tollerata se lo studente risulta essere “in regola” con il percorso di studi; viceversa, un ragionevole periodo “fuori corso” sarà accettato laddove vi sia una votazione finale con il massimo dei voti – specie se in ambito tecnico/scientifico – magari accompagnata da una tesi di ricerca. Ma, probabilmente, darei priorità a chi, tra i due, si è distinto per l’aver fatto “qualcosa in più”, ossia, a titolo esemplificativo: esperienze all’estero (Erasmus, ma non solo), “student jobs” (specie se molto operativi, come il cameriere, l’operaio, etc.), partecipazione ad associazioni di volontariato, attività caratterizzate da auto disciplina e impegno (sport agonistico, ma anche musica), collaborazioni con gruppi / associazioni / giornali / blog. In generale, il CV stesso è un veicolo di comunicazione importante, e il modo in cui è fatto può dire molto della persona.

2. A suo parere, qual è l’atteggiamento più consono da tenere durante un colloquio individuale?

Posso dare gli stessi “basici” consigli che darebbe la nonna: educazione, rispetto dei ruoli, essere se stessi senza sforzarsi di apparire come l’intervistatore ci vorrebbe.

Oltre a questo:

  • imparare ad “ascoltare” il proprio corpo e i segnali che ci dà (rossori, sudore, tic, etc.): con l’esperienza si impara a controllarli;
  • mostrare interesse per quello che l’intervistatore dirà;
  • essere tolleranti rispetto ad atteggiamenti inappropriati dell’intervistatore, senza perdere la pazienza. Può capitare, infatti, di incontrare stili di colloquio aggressivi, oppure manager di linea che non sono dei professionisti della selezione e che indulgono in un errore tipico, ovvero quello di continuare a parlare e far mostra di quanto sono bravi ed “arrivati”, piuttosto che capire qualcosa del candidato.