Uguali ma diversi. Identici eppure unici. Sembra la nuova frontiera del business: la personalizzazione come antidoto all’omologazione. Alcuni lo avevano teorizzato, altri lo hanno già messo in pratica.
La scorsa primavera fu CocaCola a lanciare la prima lattina personalizzata/personalizzabile. Novità e curiosità, unite a una potente campagna di social network a colpi di hashtag (#condividilacon), avevano favorito la nascita di una nuova e contagiosa tendenza.
Più recentemente Nutella ha fatto comparire, al posto del brand name, il nome di ognuno di noi. Un’iniziativa da molti ritenuta poco originale, addirittura al limite dell’imitazione. E tuttavia pochi sanno che già da tempo la famiglia Ferrero aveva avviato questa campagna di marketing in molti Paesi del mondo ben prima di riproporla in Italia. Facce paritetiche di un’unica medaglia, sviluppate a partire da strategie simili in contesti differenti.
Ora, il fatto che due colossi mondiali come CocaCola e Nutella abbiano concentrato i propri sforzi di marketing in direzione di una attenta personalizzazione non è un caso. In una società che possiede tutto, dove i prodotti sono sempre più indifferenziati e l’interesse comune, si è intuito come la nascita di uno status symbol derivi dalla capacità di rendere prodotti “indispensabili” come “unici”, “personali” e “personalizzati”. Avere tra le mani la propria lattina di CocaCola personalizzata o il proprio barattolo di Nutella personalizzato è l’emblema di una società all’insegna delle crisi d’identità, dove per emergere sono sempre più necessari i prodotti materiali, dove sei ancora più “cool” se possiedi un bene di indiscusso successo accompagnato dal tuo nome.
In tal senso la personalizzazione dei prodotti è il prosieguo di ciò che è stato nel secolo scorso l’abito sartoriale, con l’unica differenza che il prodotto oggi è sotto gli occhi di tutti, decisamente più social e modaiolo, capace di emergere e differenziarsi in una società tanto omologata. Una mossa, la brandizzazione del nome, che ha fatto impennare vendite e profitti. Se così ieri eravamo in 100 a comprare lattine e barattoli, oggi siamo in 150. Tutti convinti però di essere gli unici. Potere del marketing e del commercio. Ma siamo ancora sicuri che personalizzazione non faccia rima con omologazione?
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