Collabobeat, il Servizio che Avvicina Medici e Pazienti

Stando un’indagine condotta dalla PriceWaterhouseCoopers, web e smartphone sono sempre più utilizzati dai pazienti. Basti pensare che in 10 paesi (Danimarca, Germania, Spagna, Regno Unito, Brasile, Cina, India, Sud Africa; Turchia e Stati Uniti), i device digitali hanno sostituito nel 59% dei casi la classica visita dal medico. E non è finita qui. Il 43% dei pazienti usa proprio internet e smartphone per mettersi in contatto con i medici o con le istituzioni sanitarie. A rimanere diffidenti da questo approccio rimangono i medici: solo il 27% di essi lo incoraggia mentre il 53% dei dottori più giovani teme che la diffusione dell’hi-tech possa far loro perdere il contatto con i pazienti. A scardinare questa diffidenza ci prova Collabobeat, progetto nato dall’intuizione di Floriano Bonfigli supportato dal suo team di 4 persone (3 tecnici ed un legale).

Quando e come è nata Collabobeat?

Formalmente, abbiamo deciso di iniziare al progetto a fine 2012. Sul come è stata una coincidenza di avvenimenti che ci hanno fatto capire che era il momento di provarci sul serio. Prima tutto ci fu una mia esperienza personale, accompagnai per la prima volta mia figlia dal pediatra, tornai a casa, mia moglie mi interrogò e presi un bel 4 e mezzo! Non ricordai praticamente nulla di quello che mi aveva detto. Poi lessi un articolo scientifico che dimostrava che l’atto di condivisione elettronica delle informazioni da parte del medico verso il paziente non stravolgeva il flusso di lavoro del primo, già sufficientemente complicato, e rendeva entusiasti i pazienti che dichiaravano addirittura di aver migliorato l’aderenza terapeutica, finalmente facevano volentieri quello che il medico indicava loro. In ultimo, avendo lavorato già nel settore delle cartelle cliniche elettroniche, sapevo che la realizzazione tecnologia della soluzione sarebbe stata relativamente facile.

Avete riscontrato delle difficoltà nel raccogliere investimenti?

In realtà, gli unici investimenti in termini monetari che abbiamo ricevuto sono stati i 20.000€ di  una business plan competition che abbiamo vinto e che ci hanno fatto passare nel giro di pochi mesi dalla modalità presentazione in Power Point a quella di prototipo funzionanate da fare vedere ai nostri potenziali clienti. Con il solo prototipo ci siamo guadagnati la fiducia di una prima struttura ospedaliera a cui abbiamo consegnato la soluzione lo scorso maggio. Aspettavamo questo momento per provare a sondare il mercato degli investimenti di rischio. Ti sapremo dire tra 6 mesi. Comunque, non è ora la nostra ossessione, ci siamo organizzati in modo da essere già solo con un cliente sostenibili.

Da chi è composto il team?

Il team è composto da 5 figure, il sottoscritto Floriano Bonfigli con alle spalle quasi 10 anni di esperienza nella sanità elettronica; 3 tecnici che sono Enrico Zoli, Paolo Ciminari ed Alessandro Scavella che posso mettere sul piatto complessivi 35 anni di esperienza nel settore ICT; in ultimo, c’è Maria Teresa Baffoni che, laureata in legge, è il nostro punto di riferimento per tutto ciò che concerne il delicato tema della privacy e della sicurezza di dati sensibili, quali sono quelli dei pazienti che noi trattiamo.

A chi si rivolge Collabobeat?

Collabobeat si rivolge alla struttura ospedaliera con un personale medico che è messo sotto pressione dalla continua richiesta dei pazienti di essere a qualsiasi ora ed in qualsiasi momento a loro disposizione, per un suggerimento, un aggiornamento sul proprio stato di salute, una raccomandazione. A tal proposito ci piace riportare sempre una conversazione avvenuta con un medico della struttura ospedaliera nostra prima cliente, che è andata più o meno così:”Sapete? Durante il mio turno in reparto, ricevo dalle 8 alle 10 telefonate all’ora da parte di pazienti che in realtà sono a casa. Non è più sostenibile”.

Come funziona questo servizio?

Funziona in maniera molto semplice, tanto a essere spiegato in 3 semplici passaggi: 1. Il medico scrive e condivide con il paziente le note di una visita medica, nel caso della struttura ospedaliera prima che venga dimesso, 2. Il paziente può leggere le note e ri-condividere un commento o aggiornamento sul suo stato di salute, 3. Questo è finalmente l’inizio di una sana, sicura ed aperta collaborazione on-line tra medico e paziente.

Parliamo di numeri. Quanti medici hanno aderito al vostro servizio? Quanti pazienti?

Al momento, abbiamo una struttura ospedaliera da circa 1000 posti letto, che ha deciso di sperimentare la nostra soluzione. In particolare, siamo partiti dal reparto di oncologia pediatrica. Per fortuna, il reparto non è tra i più grandi ma comunque ottimo per testare il grado di adozione e di gradimento della soluzione, sia lato medico sia lato pazienti, o meglio genitori. Nel caso specifico, sono loro che interagiscono con l’equipe medica di reparto a favore del bambino paziente. In genere, questo tipo di attività vengono valutate a distanza di 12 mesi, non siamo ancora al secondo, siamo noi i primi a non vedere l’ora che questo tempo passi per vederne gli effetti.

Quanto è difficile innovare in Italia in un settore come quello medico?

Innovare nel settore medico è difficile ovunque, non solo in Italia; poiché ovunque entrano in gioco le stesse variabili. Prima di tutto, si ha a che fare con la salute delle persone. Poi, nel caso di soluzioni software per strutture ospedaliere devi mettere d’accordo diverse figura professionali. Oltre al medico che ne valuta l’impatto organizzativo sulle attività di reparto, c’è il responsabile dei sistemi informativi che ne analizza la bontà tecnica, che sia ad esempio facilmente integrabile con i tanti software che già sono in uso nella medesima struttura, ed in ultimo c’è la direzione sanitaria che giustamente guarda al rapporto costi/benefici. In definitiva, non abbiamo una scusa particolare per dire non si può fare perché siamo in Italia.

Quali sono i vostri prossimi passi?

Il nostro prossimo passo è di avere, entro l’anno, una seconda struttura ospedaliera che decida di utilizare la nostra soluzione, in primis per dimostrare a noi stessi che l’acquisizione del nostro primo cliente non è stato un caso o un colpo di fortuna. Per far ciò abbiamo messo in campo una serie di azioni che vanno dalla semplice telefonata alla struttura ospedaliera affinché ci riceva per presentare il prodotto. Se c’è qualcuno tra i lettori interessato a quello che facciamo, che non perda tempo a contattarci!