Un buon metodo per entrare nel mondo del lavoro dopo la laurea o durante gli studi? Chiedere di iniziare uno stage! Oltre ad essere una grande opportunità per capire veramente il funzionamento del lavoro e del campo di studi per cui ci stiamo preparando, si tratta anche di una porta d’accesso per un’eventuale assunzione.
Da qualche tempo è diventato però un grande scoglio contro cui gli studenti si trovano a sbattere, forse per la scarsa informazione al riguardo o perché è diventato quasi un ‘incubo’ a causa di una cattiva nomea legata all’idea di ‘non retribuzione’. L’idea di affrontare l’esperienza di un lavoro non retribuito può spaventare e senza dubbio suscitare molte domande sull’effettivo valore degli stage, ma bisogna tenere conto che si tratta in primis di un’occasione per lasciare i banchi di scuola e per dare un’occhiata più approfondita a ciò che effettivamente richiede il mondo del lavoro. Insomma, stage sì o stage no? Quali sono i diritti dello stagista? Ecco una piccola guida per dare le risposte alle vostre domande e per proporre alcuni suggerimenti.
Come funziona uno stage? Quando farlo?
Le esperienze di stage possono essere curriculari o extracurriculari. Nel caso di uno stage inserito nel proprio piani di studi (a volte può essere anche obbligatorio per certi corsi di laurea), si tratta di capire se si potranno ottenere anche crediti formativi oppure no. L’importante è che a validare l’esperienza di stage ci sia un accordo tra il datore di lavoro e l’università. Spesso sono le stesse università che danno la possibilità agli studenti di accedere a dei portali di collocamento per visionare le offerte di stage.
Nel caso di stage extracurriculare, sono i laureati a fare direttamente richiesta di stage, attraverso l’università di provenienza o autonomamente, entro i 12 mesi dal conseguimento della laurea.