“Cosa forniscono le top universities ai loro alunni ad un anno dalla laurea? Una montagna di debiti ed aspettative, oltre ad una grande quantità di skills e conoscenze inutili ai fini lavorativi, elementi che le rendono una sorta di adolescenza prolungata”. Parola di Laszlo Bock, vicepresidente delle risorse umane di Google.
Pare infatti che l’eccellenza accademica raggiunta in campus di altrettanto elevato livello non sia più considerato dalla multinazionale statunitense la condizione fondamentale per accedere ai palazzi più ambiti dai giovani a livello mondiale. A conferma di ciò sembra che la proporzione di persone che lavorano presso l’azienda californiana e non sono in possesso di un diploma di laurea, negli ultimi anni sia aumentata notevolmente, rappresentando oggi addirittura il 14% del personale addetto ad alcuni team.
Suona un po’ sinistro per una delle aziende più ambite al mondo, ma se un ottimo curriculum accademico continua ad essere un eccellente biglietto da visita, in realtà l’idea che da qualche anno comincia a propagarsi nell’aria è che di certo, una volta entrati nel mondo del lavoro, non basti. Ci vogliono competenze tecniche, flessibilità, ma anche determinate caratteristiche personali.