Come Funziona l’Impero dei Radiohead?

Fra gli indizi che i Radiohead fossero in procinto di pubblicare un nuovo album c’è la nascita di ben due società ad hoc (Dawn Chorus Limited Liability Partnership e Dawnnchoruss Limited), create negli scorsi mesi – secondo uno schema sperimentato per i due precedenti lavori, così da gestire tramite questi organismi le entrate e le spese collegate a ogni singola iniziativa discografica, in modo separato e indipendente. Un modus operandi decisamente non comune, su cui la testata britannica “Guardian” ha provato a gettare uno sguardo analitico, in modo da avere un quadro di come funzionino le cose nel quartier generale della band guidata da Thom Yorke e come venga gestito, amministrato e tenuto in piedi il loro impero.

L’immagine visibile cliccando sul link più sotto rappresenta uno schema grafico della situazione, con tutte le varie società al momento facenti capo ai Radiohead. In pratica è stata adottata una struttura più simile a quella di un’impresa di Silicon Valley, commenta il “Guardian”, piuttosto che un classico approccio da indie rock band. E, come vedremo, ci sono ottimi motivi:

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Direttamente al gruppo fanno riferimento la LLLP LLP e le cinque società intestate ai singoli componenti dei Radiohead.
A partire da “In rainbows” (2007), poi, per ogni album sono state create una o più società dedicate alla gestione di tutte le entrate e le spese – nel caso di “The king of limbs” ce n’erano ben due a occuparsi solo dell’attività live e una per la gestione del bilancio legata al disco stesso.
Infine per l’ambito della gestione del brand e del merchandising – e derivati – ci sono rispettivamente la Radiohead Trademark LTD e la Random Rubbish LTD (quest’ultima sarebbe in via di liquidazione, peraltro).

Sia ben chiaro, non c’è nulla di illegale o fumoso in tutto ciò: nessun gossip o scandalo. Tutto è alla luce del sole, ma semplicemente è organizzato in una modalità percepita come atipica per quello che è il mondo della musica – o meglio, legato all’attività di una band. E, in una certa maniera, prova che per mantenere operativa e in salute a livello economico-finanziario una grande band è importante avere una buona struttura di supporto. Infatti i Radiohead non sono gli unici ad adottare questo approccio: per fare solo due esempi, Adele è presidente di cinque diverse compagnie e Paul McCartney lo è stato di otto.

Come ha spiegato al “Guardian” Filippa Connor, direttrice di RNF Business Advisory (società che lavora coi Radiohead), i motivi di una simile organizzazione sono banalmente legati al fatto che costituisce un ottimo paracadute in caso di eventi negativi:

E’ molto prudente e sensato, per loro, gestire ogni singolo progetto con una compagnia a sé. […] E’ una faccenda che offre loro anche un’ottima protezione nell’eventualità che qualcosa andasse terribilmente storto in un singolo campo, perché in tal caso non ci sarebbero contraccolpi fatali per il resto della costruzione. Se pubblicassero, per ipotesi, un album in perdita, non vorrebbero che questo andasse a minare tutto il resto. So bene che si tratta di uno scenario molto improbabile per i Radiohead, ma ciò non toglie che sia una scelta molto misurata e prudente“.