Sono passati tre anni da quando Coursera, EdX e Udacity, le tre principali piattaforme MOOC (Massive Open Online Courses), hanno cominciato ad aprire al grande pubblico i corsi delle migliori università del mondo, tra cui Harvard, Stanford e Yale. Il dibattito in merito è stato vivacissimo negli anni passati: i MOOC rivoluzioneranno il mondo universitario? Riusciranno nel loro intento di democratizzare l’educazione attraverso internet? Tuttavia, il quesito più importante è forse: I MOOC sono qui per rimanere?
Fino a qualche tempo fa, le piattaforme MOOC, come spesso accade per le start-up, non avevano un business model ben definito. Ma non è forse il compito stesso di una start-up quello di trovare il giusto equilibrio tra innovazione e profittabilità? Come ogni business online, le piattaforme MOOC hanno dei costi fissi considerevoli e costi variabili trascurabili.
Diversi ipotetici modelli di business sono stati considerati per rendere le piattaforme MOOC sostenibili e remunerative. Da un lato, è stato ipotizzato di chiedere un compenso per la partecipazione ai corsi o per il rilascio di certificati “verificati”, modello applicato già da un paio d’anni da Coursera, con i “verified certificates”. Dall’altro, si è pensato di chiedere il pagamento di un abbonamento mensile, modello che si è rivelato profittevole per il sito di tutorial di informatica Lynda.com.