Crippart, Dove il Design Incontra l’Ambiente e il Sociale

rosa lampada polipropilene e alluminio riciclato

Una forte passione per la cartotecnica, una grande versatilità e un estremo riguardo per le tematiche ambientali sono solo alcuni elementi che fanno di Sergio Crippa un product designer unico.

Dopo varie esperienze professionali, fonda Crippart, la sua attività situata a Milano, in Viale Ca’ Granda 44. Grazie a essa, inventa una vasta gamma di prodotti: dal piccolo gadget alla standistica, al complemento d’arredo.

Tutto è iniziato quando Sergio Crippa trovava il gadget nel Tide, il primo detersivo in Italia che offriva il giocattolo per i più piccoli: da un semplice divertimento, questo si trasforma nello studio dei meccanismi, nell’immaginazione di nuove forme e in ripetuti tentativi di evolvere le sue idee.

Col tempo, la sua passione per la realizzazione di piccoli gadget e la costante ricerca dei materiali più rispettosi dell’ambiente gli hanno permesso di collaborare per importanti aziende: Ferrero, Egmont e case editrici per la creazione di libri-gioco destinati ai più piccoli.

Non solo, le sue intuizioni si declinano anche in prodotti per il pubblico più tecnologico, con la sua cover in grado di schermare circa il 70% delle radiazioni emesse dallo smartphone che rischiano di danneggiare gli organi interni, e per gli appassionati di arredamento, con i suoi complementi d’arredo eleganti e innovativi.

Ciò che più lo emoziona è vedere come le sue intuizioni e invenzioni prendono forma, trovano un loro posto nello spazio tridimensionale e si prodigano per aiutare i suoi clienti con un’eleganza estetica intrinseca.

Ma c’è di più: il suo lavoro cerca di creare un design che risolva i problemi della quotidianità e, specialmente, rispetti l’ambiente. L’ecosostenibilità, infatti, si declina in ogni suo prodotto: dal gadget per i bambini alla standistica, dal complemento d’arredo agli accessori tecnici. Con grande passione e competenza, Sergio Crippa instaura numerose collaborazioni con grandi aziende sensibili all’ambiente e continua la sua ricerca nel campo del design for all, destinato alla comunità.

Abbiamo fatto una chiacchierata con lui per farci raccontare la sua storia e i dettagli del suo impegno creativo e sociale.

Quando e come nasce la tua passione per il design?

“Nasce da piccolo quando trovavo i gadget nel detersivo Tide e i soldatini o i giochini da montare. Fin da allora sono diventati la mia passione: ho iniziato prima a montarli, ma anche a capirne i meccanismi. Quando sono cresciuto, i giochi in cartotecnica, che sono la mia grande passione ed emozione, si sono affiancati anche ad altri interessi legati alla progettazione. Così, ho pensato ad altro che avesse sempre a che fare con il progetto, ricordando il piacere di progettare il piccolo gadget. Ho proposto idee a Kinder Ferrero, e mi sono divertito con Egmont e le sue riviste per bambini. Tuttora mi diverto a ideare i gadget in pack per diverse produzioni e, in particolare, i gadget museali. Quindi, il progetto piccolo cartotecnico o in materiale plastico l’ho sempre considerato diversamente da un certo mondo del product design per niente di serie B, anzi”.

Ecovolanti-in-happy-mais biodegradabileCosa è il Tide?

“È il Dash degli anni 50. Il primo detersivo in fustino in Italia che regalava il gadget”.

Cosa ti attirava nella progettazione e costruzione degli oggetti?

“Passare dal piano al 3D: vedere realizzato nella tridimensionalità, magari anche con un elemento dinamico, qualcosa che era solo bidimensionale. Questa è una passione forte: sono riuscito a dirottare la mia versatilità innata in altri settori, dove appunto il piano diventava tridimensionale. Il giocattolo in carta, la standistica, così come i materiali punto vendita a cui mi sono dedicato per anni”.

Quando nasce Crippart?

“Crippart nasce ormai poco più di quindici anni fa perché sentivo il bisogno di mettermi in proprio, dopo vari anni di esperienze come dipendente o paradipendente. La mia storia è articolata: dal Tide, per arrivare al product design, ho fatto una serie di altre esperienze. Mi viene in mente l’insegnamento”.

Dove hai insegnato?

“Medie e licei per qualche anno, poi sono scappato”.

Quindi, dicevamo. La tua storia è articolata

“Sì, poi ho fatto il pubblicitario, lavorando in particolare nel settore delle promozioni. A quel punto mi sono detto Provo a mettermi in proprio”.

MODULOR fioriera modulareQuali sono i valori cardine della tua attività?

Ergonomia, materiali ecosostenibili, progettualità che frequenti l’invenzione e che sia, come ho sempre pensato, utile a risolvere piccolissimi, piccoli, grandi o giganti problemi della collettività. In particolare, in quest’ultimo periodo, mi sto dedicando molto al design for all, non solo per il 10% molto “fortunato”.

Non ho mai amato il design elitario, costoso, aristocratico e che, allo stesso tempo, non risolve un problema. Spesso si utilizzano con grande maestria materiali non ecocompatibili ed ecosostenibili. Purtroppo, questo ha a che fare anche, a volte, con lo sfruttamento o il parasfruttamento e ha una visione aristocratica escludente. Infine, l’iperproduzione non tiene conto del ciclo di vita di un prodotto: Cosa succederà dopo alla sedia? Con che materiali è fatta? Quanto tempo per smaltire la sedia? È in materiale riciclabile o finirà in diossina?

Queste sono le domande che non tanti designer si pongono”.

E quali invece tu ti poni

“Io cerco di pormele. Lavoro con piccole realtà. Ho contatti anche con grandi imprese più sensibili a questi temi, e non può che farmi piacere. Ma siamo poche voci rispetto a un orientamento, ancora maggioritario, che si vede ai saloni”.

TRIAX 3 gambe 3 ruote maniglia portagiacca-page-001La tua produzione è molto ampia: dal piccolo gadget alla standistica: come declini il tuo lavoro in oggetti così diversi tra loro?

“Penso di essere un buon progettista, non convenzionale. Mi muovo a 360 gradi perché l’invenzione e l’intuizione mi guidano. Quindi, ho acquisito queste capacità di eclettismo, forse anche per una predisposizione. Mi piace non sentirmi vincolato a uno specifico ambito.

Adesso sto lavorando su materassi innovativi, bastoni da passeggio “sempre in piedi” – per il discorso della disabilità e del design for all, che mi toccano moltissimo -, cuscini antirussamento. Inoltre, da grande appassionato di problemi ambientali, mi sono accorto che quello dei campi elettromagnetici e dei pericoli collegati è un’emergenza crescente: quindi, ho progettato, insieme a un produttore di tessuti schermanti, una custodia per smartphone che ha un’ampia capacità di schermatura e che aiuta a ridurre l’impatto sugli organi più colpiti, dagli organi genitali alle meningi.

Però, allo stesso tempo, il giocattolo è un aspetto sempre importante. Non mi sono dimenticato del giochino del Tide. Ho progettato dal gioco Kinder ed Egmont, fino ai gonfiabili dei parchi gioco per i bambini.”.

Cosa preferisci produrre?

“In questo momento, tutto ciò che ha un’idea e un’invenzione che possano aiutare le persone, la collettività. Mi piace trovare una soluzione ai problemi”.

Che materiali prediligi?

“Cartotecnica, la mia grande passione. Però poi ovviamente tutto ciò che è riciclabile, che utilizza materiale già riciclato, che possa essere anche il risultato di produzioni di scarto – PLA, nel caso delle materie plastiche – ma stanno arrivando anche tante altre plastiche biodegradabili”.

bouchet de lumière lampada-page-001Qual è il tuo bacino di clienti di riferimento?

“Tutte le aziende che hanno una sensibilità ecologica e ambientale e che siano in sintonia con la realizzazione di prodotti o pubblicazioni con un rapporto qualità-prezzo accettabile. Ma anche le aziende che considerino il design democratico, aperto alla collettività”.

Ma ti riferisci anche ai clienti privati?

“Come tutti i designer, provo anche l’autoproduzione. Perciò, in quale misura, ho un rapporto diretto e personalizzato con il cliente finale, ma sempre con la stessa filosofia. Sto pensando dei complementi d’arredo in cartotecnica a basso costo, ad esempio”.

Hai preparato qualcosa per la Milano Design Week?

“Quest’anno no, perché preso di più da progetti editoriali (libri-gioco) che sono in corso e che hanno tempi abbastanza lunghi”.

ELLISSE-maniglia-paracolpiQuali sono i tuoi piani per il futuro?

“Una linea autoprodotta perché mi sembra di avere l’età giusta per farlo. Utilizzerei l’e-commerce e i circuiti non convenzionali – l’Eco-equo è una realtà in crescita che mi appassiona. Poi riuscire a vedere i progetti in corso d’opera realizzati, come il mio bastone per i disabili e gli anziani”.

Che consiglio ti senti di dare ai giovani designer?

“Di farsi meno condizionare dal design che frequenta troppo l’arte, che si fa contaminare troppo dal fashion perché è solo stile e poco contenuto. Non ho la pretesa di aver fatto questo in modo sempre coerente, ma è in questa direzione che mi piacerebbe il design di prodotto si muovesse. Il design for all, che ha un mondo da progettare e riprogettare. La bicicletta, per esempio, sembra l’oggetto perfetto e risolto, ma in realtà si trasformerà ancora molto. Anche la sedia ha moltissimo da poter offrire nella logica del prodotto sempre più evoluto, ergonomico, con materiali riciclabili e con un’anima e una bellezza intrinseche”.