Vi abbiamo già parlato del fintech (financial technology) e delle sue potenzialità. Oggi vogliamo approfondire il “Crowdinvesting”, ossia quella componente della finanza innovativa che fa leva sulla “Crowd” (o collettività) per finanziare progetti di investimento.
Il Crowdinvesting
Il crowdinvesting fa proprie le dinamiche del crowdfunding (raccolta di fondi su una piattaforma web) abbinandole alla finanza. Un modello finanziario esercitato da portali abilitati da CONSOB all’intermediazione di titoli di credito o partecipazioni societarie che facilita l’accesso al credito, al factoring e alla cessione di capitale di rischio per le PMI e le startup.
Questa categoria finanziaria ha basato sul web una strada alternativa al tradizionale canale bancario e dopo diversi passaggi legislativi e un lento avvio ha raggiunto un interessante grado di maturazione. Nell’ultimo anno il mercato del crowdinvesting ha raggiunto un valore superiore ai 150 milioni di euro, in crescita a doppia cifra rispetto ai periodi precedenti, secondo i dati dell’Osservatorio sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano. Un valore ripartito tra lending crowdfunding e invoice trading (87%), ovvero prestito e anticipo fatture, ed equity crowdfunding (13%), la tipologia che prevede la sottoscrizione di capitale di rischio, per cui l’investitore diventa a tutti gli effetti socio dell’impresa. Un trend incoraggiante che non ha però nulla a che fare con il livello raggiunto in altri paesi europei come la Gran Bretagna, dove il leader di mercato dalla sua fondazione nel 2011 ha raccolto 500 milioni di sterline.
Equity Crowdfunding per Startup e PMI
Tra le tipologie citate spicca per versatilità l’equity crowdfunding che, nonostante sia ancora il minore in termini di volumi di raccolta, sta vivendo un anno di forte crescita grazie ad un buon lavoro dei portali nella diffusione dello strumento e a una correzione della normativa Consob che a inizio 2018 ha dato accesso allo strumento a tutte le PMI italiane. Questa innovazione legislativa ha consentito l’approccio a questo metodo di finanziamento ad un bacino di centinaia di migliaia, decine di volte superiore rispetto a quello delle startup innovative al quale era unicamente dedicato in precedenza.
Grazie alle sue peculiarità l’equity crowdfunding consente di raccogliere capitali da una moltitudine di persone online, privati o imprese, ripartendo il rischio d’impresa su più soggetti e aprendo a nuovi soci che potranno essere partner o collaboratori che apportano valore aggiunto all’azienda. È particolarmente adatto a quelle imprese che vogliono basare il proprio sviluppo sulla community, sia come operazione di marketing, sia come test o operazione propedeutica a successive espansioni.
Un esempio di equity crowdfunding dalla Puglia
È proprio tra le PMI spicca il virtuoso caso di Pr.Ali.Na, storica PMI pugliese nel settore alimentare, già alla seconda campagna conclusa con successo (questa volta in pochi minuti) sul portale WeAreStarting.it per una raccolta complessiva di 400 mila euro da 45 Investitori e nuovi soci.
Tra le quasi 300 società ad oggi finanziate, quello di Pr.Ali.Na. è un caso emblematico della versatilità dell’equity crowdfunding che, oltre a confermarsi come ottimo strumento per giovani startup in settori innovativi, si rivela congeniale anche per solide e decennali aziende in fasi di crescita o internazionalizzazione. È questo è il caso dell’azienda pugliese produttrice di zuppe, vellutate, creme, conserve e altri prodotti ad uso alimentare totalmente naturali che con i finanziamenti arrivati dai nuovi soci si sta espandendo all’estero dove era già attiva, continua a investire in marketing e a incrementare la propria visibilità lanciando il proprio e-commerce. Un impegno ripagato nel trimestre successivo alla campagna con un fatturato che ha fatto segnare un incremento del +23% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
Un business di questo tipo, che vede protagoniste imprenditrici del profondo Sud, è tra le tante promesse del tessuto imprenditoriale italiano. Grazie a strumenti che permettono l’avvicinamento al pubblico di clienti e investitori, molte di queste realtà possono crearsi un vantaggio competitivo importante, in un mondo dove le community attive fanno la differenza. Non a caso, Pr.Ali.Na. sta già pensando ad una terza raccolta e sta interrogando i propri clienti e investitori per capire se questi siano disposti a sostenerla anche in un ulteriore balzo in avanti.