John Maynard Keynes lo aveva intuito: le emozioni umane incidono sull’andamento dell’economia, basti pensare al modo in cui modellano la fiducia dei consumatori.
L’autore della Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta ricorreva già nel 1936, anno di pubblicazione dell’opera, all’espressione animal spirits, al fine di alludere proprio alla dimensione emozionale ed istintuale che orienta il comportamento umano.
Più recente è invece lo sviluppo di quel progetto di ricerca che risponde al nome di neuroeconomia. Essa è caratterizzata da un approccio multidisciplinare nel quale trovano spazio economia, neuropsicologia, neurofisiologia e neuroimmagine. L’obiettivo è quello di riconoscere le aree cerebrali e i correlati neuronali sottesi ai processi di decision-making che i soggetti decisori attivano.