Dove “La Vita è Bella” Ogni Giorno: GDP, HDI e Gallup Survey Data a Confronto

«Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato all’eccellenza personale e ai valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni. Il Pil […] misura tutto […] eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.»

In questo modo Robert Kennedy, ex-senatore statunitense ed ex-candidato alla presidenza, si esprimeva, in un discorso tenuto il 18 marzo del 1968, nei confronti del Prodotto Interno Lordo (PIL) – “l’entità fittizia”, come la definisce l’economista Diane Coyle, ex-consigliera del ministero del Tesoro britannico, nel suo ultimo libro GDP: A Brief but Affectionate History“, con la quale misuriamo oggigiorno il successo economico di una nazione. Questo “costrutto artificiale – che include tutto, dai chiodi agli spazzolini da denti […] e milioni di altri servizi e prodotti” – lungi dall’essere una misurazione scientifica – come quella di calcolare la massa di una montagna, o la longitudine della terra – è sorprendentemente un concetto recente.

Lo stesso Simon Kuznets, economista statunitense di origine bielorussa, a cui solitamente se ne attribuisce l’invenzione nel 1930, non nascose mai le proprie perplessità a riguardo. Kuznets – a cui, a detta di Coyle, si deve “gran parte del lavoro preparatorio” alla base dei moderni calcoli economici – nel momento in cui l’allora presidente Franklin Delano Roosevelt gli assegnò il compito di elaborare un “quadro” accurato dell’America post-crisi, propenso ad includere nella misura soltanto le attività che reputava potessero contribuire al benessere sociale,  “concettualmente voleva qualcosa di diverso.”