Golden Globes 2015: Amazon, che la maggior parte del globo conosce come colosso per la vendita dei libri online, vince due statuette, battendo l’eterna rivale Netflix con il capolavoro Transparent, osannato dalla stampa specializzata americana. Netflix non sta di certo con le mani in mano e ha in cantiere nuove serie tv che ormai non hanno veramente nulla da invidiare ai colossal cinematografici di qualsivoglia genere.
Investimenti imponenti, cast importanti, battage pubblicitario assicurato da due major che assoldano esperti come solo Google sa fare. La vera notizia, subito dopo la vittoria ai Golden Globes è però quella che riguarda una new entry tra le collaborazioni di Amazon: Woody Allen. Il leggendario regista americano produrrà infatti una serie intitolata Untitled Woody Allen Project, che nel 2016 saranno disponibili su Amazon Prime Video negli Stati Uniti e in Europa. Un bel colpo per l’azienda americana e ancor di più per il regista, che pare, ha portato a casa un contratto faraonico. E non deve aver pesato il presagio che a Spielberg non sia andato così tanto bene solo pochi mesi fa con il mezzo flop della trasposizione americana di Braccialetti Rossi per il canale Fox che in America ha raccolto pochi milioni di spettatori e parecchie critiche sulle scelte autoriali e sulla scarsa qualità del cast.
Quel che è certo che ciò che solo un anno fa aveva annunciato il New York Times e l’autorevole rivista Variety si sta pian piano trasformando in una concreta realtà; Netflix e Amazon stanno portando in casa eccellenti nomi e registi cinematografici di livello per portare l’esperienza del telespettatore, o meglio dei reteamatori, sempre più verso una indifferenzazione tra cinema e televisione. Effetti speciali al servizio della tv ondemand (un nome a caso è Game of Thrones) o serie come House of Cards, che superano di gran lunga la qualità (e la durata) degli intrighi politici visti sul grande schermo, stanno diventando sempre più il centro dell’attenzione dell’industria dei media, che registra un calo fisiologico della televisione generalista, orfana di produzioni che vadano aldilà della logica talent show e del cinema, ormai troppo legato agli interessi delle major e agli investimenti sicuri senza nulla di sperimentale.
Che siano quindi gli anni in cui tutto, tv e cinema compresi, passerà attraverso Internet. Prepariamo i popcorn perché potrebbe essere arrivato il momento di un nuovo succulento spettacolo.