SO2, NO, NO2, O3, CO. Come sappiamo l’inquinamento atmosferico è una delle maggiori piaghe che affligge i cieli delle nostre città e tanti sono gli elementi che lo compongono. Recentemente è stato inserito dall’organizzazione mondiale della sanità come fenomeno altamente cancerogeno. Si dice che prevenire sia meglio che curare. Ma come? Sofisticati strumenti di ultima generazione a disposizione di scienziati “cervelloidi” per combattere questo imminente clataclisma. E se invece fosse tutto più semplice, un gioco da ragazzi o meglio, da bambini?
Il progetto MAPEC – LIFE risponde proprio a questo dilemma. Letteralmente Monitoring air pollution effects on children for supporting Public Health Policy, il programma ha messo al centro del suo studio proprio i più piccoli. L’iniziativa mira infatti allo studio degli effetti provocati dall’inquinamento atmosferico attraverso il coinvolgimento di 1000 bambini dai 6 agli 8 anni reclutati nelle scuole elementari di cinque diverse città italiane: Brescia, Pisa, Lecce, Perugia e Torino.
Il progetto vede l’impiego di 1,1 milioni di euro finanziati tramite il programma LIFE+ dell’Unione Europea che si occupa di supportare iniziative in ambito di promozione di politiche ambientali. Coordinato dall’Università di Brescia lo scopo è quello di contribuire ad uno sviluppo organico ed omogeneo delle misure di prevenzione ambientale e di sviluppo sostenibile.
Ma come funziona? È molto facile. Prendete uno degli strumenti più usati e maggiormente raccomandati ai bambini: il tanto temuto e odiato spazzolino da denti. Grazie ad un prelevamento delle cellule di mucosa orale e dell’aria sarà possibile mettere in relazione tali risultati attraverso specifici test di laboratorio che evidenziano la presenza di eventuali danni al DNA presenti proprio nelle stesse cellule della mucosa rilevata. La loro presenza, pur non dimostrando una significativa fonte di preoccupazione per la salute del singolo bambino, può valutare e quindi prevenire l’insorgenza di malattie croniche in età adulta.
Tuttavia, anche i genitori avranno l’opportunità di dare un contributo a questa ricerca così come gli insegnanti dei bambini. Grazie ad una serie di questionari si potrà valutare l’esistenza di diverse altre forme di inquinamento, non necessariamente presenti nell’area, ma concernenti invece allo stile di vita del bambino, o ad agenti presenti nelle abitazioni private.
Se gli indicatori di effetto biologico relativi al DNA, e i parametri dell’inquinamento si riveleranno costanti e affidabili, potranno essere proposte diverse politiche per il monitoraggio di specifiche situazioni ambientali. Ma non solo. Grazie alla collaborazione con le scuole si potranno costruire percorsi di approfondimento sulle tematiche ambientali e di inquinamento per sensibilizzare i bambini e gli stessi genitori in materia. Il sito MAPEC – LIFE offre inoltre giochi telematici rivolti ai più piccoli per comprendere fin da subito le tematiche dell’inquinamento. Usare uno spazzolino da denti non è mai stato così utile.