Le politiche volte a migliorare la salute pubblica e il benessere di tutto il mondo spesso si concentrano sui bambini e sugli anziani. E i giovani? Il rapporto stilato dallo Youth Well-Being Index ha cercato di rispondere a questo quesito. Nella classifica redatta dallo studio sono stati presi in esame 30 paesi che rappresentano il 70% della popolazione giovanile mondiale. L’Italia non è presente. Per creare l’indice , i ricercatori hanno poi preso in esame 40 indicatori tra cui ” la partecipazione dei cittadini , le opportunità economiche , l’istruzione, la sanità , le tecnologie dell’informazione e della comunicazione ( TIC ) , e la sicurezza” tra i giovani del mondo (definiti come persone tra i 12 e i 24 anni d’età) .
“Le società Youth – inclusive sono più propense a crescere e prosperare ” spiega il rapporto, “mentre i rischi di esclusione sociale dei giovani portano ad una crescita stentata, criminalità e disordini”.
Dai dati sono emerse alcune sorprese. Il Vietnam è l’unico paese tra i primi 15 classificati ad avere un reddito medio basso. La Russia invece è l’unico paese ad alto reddito che non è nella top 10. Inoltre i paesi ad alto reddito hanno tassi più elevati di stress e autolesionismo tra i giovani.