Il regime forfettario per le partite IVA che fatturano meno di 65.000 Euro all’anno è legge. Ma confusione e dubbi sono all’ordine del giorno.
A cercare di aiutare il popolo delle partite IVA, che il Governo Italiano ha stimato essere circa 1 milione e 400 mila nel 2019, (ma anche quello dei commercialisti) ci pensa un sito internet, Flex Tax, lanciato a dicembre da
una società torinese, MarketingTorino, in collaborazione con un gruppo di contabili, commercialisti e consulenti del lavoro che, con oltre 15.000 accessi unici al giorno, è il punto di riferimento in Italia su tutti i temi legati al forfettario.
“Il sito è nato con una specializzazione verticale per semplificare la gestione della contabilità delle partite IVA del regime forfettario ed è strutturato come un e-commerce di servizi per le imprese, racconta Fabio Pennella, fondatore di Flex Tax. Abbiamo un blog in continuo aggiornamento che conta già oltre 100 articoli dedicati al regime forfettario e un’area FAQ semplice ma molto completa. Oggi si collegano al nostro portale oltre 1500 utenti unici al giorno e stiamo offrendo assistenza gratuita dedicata a moltissimi di loro. Notiamo smarrimento, confusione, non solo da parte delle partite IVA, anche i commercialisti ci chiedono informazioni. Il 70% di chi si collega sta orientandosi ad una decisione. I principali dubbi che registriamo sono relativi alla possibilità di accedere al regime forfettario
da parte di chi ha quote in Srl, poiché su questo punto il decreto non è chiaro. Altro grande nodo da sciogliere, oggetto di tante domande degli utenti, è se può passare al regime forfettario chi fattura prevalentemente
ad un datore di lavoro, ex o attuale. Molti ci chiedono anche chi e come può passare dal regime ordinario al regime forfettario.
Chi si sta orientando al regime forfettario? I nostri dati parlano chiaro: soprattutto geometri, medici, ingegneri, agenti di commercio, parrucchieri e freelance del web. I nostri utenti si collegano da tutto lo stivale e questo ci offre la possibilità di disegnare una fotografia dell’Italia delle Partite Iva. La città che registra la maggiore vivacità è Roma, seguita da Milano, Napoli, Torino, Firenze, Bologna e Palermo. Tuttavia è la Lombardia a guidare la classifica di coloro che hanno già deciso in merito al passaggio al regime forfettario, seguita da Veneto e Lazio; nelle altre
regioni molti si stanno ancora orientando”