G20: I Temi più Caldi

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Si è concluso martedì 6 settembre il vertice del G20, che ha avuto luogo tra domenica e lunedì ad Hangzhou, Cina. Qui i pezzi grossi delle maggiori potenze mondiali si sono incontrati per discutere delle questioni di maggiore rilevanza nel panorama internazionale odierno.

Uno dei grandi temi affrontati riguarda la difesa del libero mercato, in un momento in cui questa ideologia è messa in dubbio dall’instabilità dell’economia.
Il segretario generale Cinese Xi Jinping ha infatti affermato che “Il crescente protezionismo può mettere in serio rischio l’economia mondiale”

A seguito delle pressioni da parte di Europa e Russia per ridurre le eccessive esportazioni di acciaio (di cui la Cina è il maggior produttore ed esportatore mondiale) Xi Jinping ha acconsentito ad avviare una serie di riforme mirate al rallentamento degli impianti siderurgici.

Poche dichiarazioni sono state fatte sul caso Brexit. Numerose sono state le domande ai leader dell UE, a causa dell’incertezza del mercato azionario conseguente all’esito del referendum. Il presidente del consiglio dell’UE Donald Tusk ha ribadito ciò che aveva affermato già in passate occasioni, ovvero che l’Europa non avvierà nessun tipo di negoziazione prima della ratifica dell’uscita del Regno Unito.

Altra discussione è il persistente conflitto in Siria che, nonostante gli sforzi internazionali, sembra ben lontano dal risolversi. Il conseguente esodo di rifugiati sta mettendo a dura prova la macchina dell’accoglienza europea, la quale, secondo il presidente del consiglio europeo Donald Tusk, è al limite delle sue capacità, e promette cooperazione ed aiuti per i paesi più interessati dal fenomeno come l’Italia.

Decise sono le parole del premier Matteo Renzi a riguardo, che afferma “Mi fanno piacere le parole di consapevolezza di Tusk e Juncker, ma ora aspettiamo che arrivino i fatti. Non siamo al collasso, chi utilizza queste espressione non si rende conto, ma non possiamo pensare che si continui a fare tutto noi”.

Sembra essersi concluso con un nulla di fatto il gelido incontro avvenuto a margine G20 tra Vladimir Putin e Barack Obama. I due leader hanno avuto un colloquio privato per circa una ventina di minuti, nel tentativo di trovare una intesa sulla collaborazione militare tra i due paesi, in modo tale da porre fine le violenze in Siria ed organizzare una task force comune per combattere il terrorismo. Ma a fine colloquio, come riferisce il Segretario di Stato americano John Kerry, “Ci sono ancora problemi da risolvere. C’è troppa mancanza di fiducia”.

Insomma, sebbene nel comunicato finale i leader del G20 ribadiscano con forza il loro impegno a combattere e debellare il terrorismo in ogni sua forma, due importanti esponenti del summit non riescono a trovare un comune accordo. Questo a conclusione di un G20 in cui, secondo l’opinione di molti, ci sono stati “tante parole e pochi fatti”.