Dal 2001, il 20 Giugno segna la Giornata Mondiale del Rifugiato, un’occasione per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulle sofferenze degli esuli e sostenere gli sforzi delle organizzazioni impegnate in questa causa.
Una giornata per rinnovare i principi alla base della Convenzione sullo status dei Rifugiati, adottata nel 1951 dall’Onu, secondo la quale vige “il divieto di espellere o di rimandare indietro i rifugiati in territori dove le loro vite e libertà sarebbero minacciate a causa della razza, religione, nazionalità, opinione politica o appartenenza a un particolare gruppo sociale.”
Secondo i report dell’organizzazione alla fine del 2011 qualcosa come 43,3 milioni di persone sono state dislocate dai conflitti e le persecuzioni, e si stima che fino a 12 milioni fossero apolidi. In vista di questa giornata, i fotografi di Reuters si sono impegnati per creare un reportage fotografico che raccogliesse le condizioni di chi, ad un certo punto della propria vita, è stato costretto ad abbandonare la propria casa: da una famiglia Siriana scappata in Giordania, ad un uomo sopravvissuto al genocidio ruandese, ora in procinto di iniziare la sua seconda laurea negli Stati Uniti.