Sfruttamento minorile, crisi economica, lobby, tecnologia, povertà, ambiente e diritti animali. Pawel Kuczynski, illustratore polacco, ora eletto al rango di “artista”, ha evidentemente a cuore la nostra attualità politica, economica e sociale, con tutti i suoi problemi, e non si fa certo scrupoli nel ritrarla con la propria matita sempre ben affilata.
Nato a Szczecin nel 1976, Pawel Kuczynski si è laureato all’età di 35 anni all’Accademia delle Belle Arti di Poznan, per poi dedicarsi completamente alle illustrazioni. Nel corso della sua carriera ha vinto oltre 100 premi nazionali ed internazionali, tra cui spicca il premio Eryk vinto nel 2005.
A prima vista, le sue illustrazioni possono sembrare divertenti, ma dopo un’attenta analisi rivelano agli occhi dello spettatore i grandi problemi del nostro tempo. Ogni sua creazione, infatti, nasconde un significato emblematico ben preciso, mirato a “denunciare” aspetti sociali o politici della nostra era moderna.
Pawel Kuczynski è Bansky che produce su una tavola anzichè su un muro: le sue opere stuzzicano l’opinione pubblica e suscitano nell’osservatore attente riflessioni.
Con un pizzico di sensibilità che nasce da una forte critica sociale, l’artista riflette sulla vita mostrando le assurdità e le contraddizioni della specie umana, riuscendo a colpire nell’intimo ognuno di noi. “Mi considero un osservatore di tutto quello che succede intorno a me e credo che gli artisti possano trasformare tutto”, ha riferito l’illustratore in un’intervista.
Non so se gli artisti siano in grado di “trasformare tutto”. Quel che è certo è che Kuczynski, come artista, è in grado di mostrarci con la propria matita ciò che dovrebbe essere trasformato.