Golden Week: un Bene o un Male per la Cina?

Istituita nel 1999 come una delle poche festività nel calendario cinese, la Golden Week fa ogni anno parlare di sè. Rappresenta la festa nazionale più importante per il popolo Cinese: il 1° ottobre 1949, infatti, è la data che sancisce la nascita della Repubblica Popolare Cinese ed ogni anno viene ricordata con celebrazioni ed eventi in tutta la Cina. Dura in tutto una settimana, dal 1° al 7 Ottobre, ed in questa manciata di giorni, ogni anno, milioni e milioni di persone lasciano la propria routine per andare a visitare parenti o per raggiungere mete turistiche in Cina o all’estero. In un Paese in cui le condizioni lavorative sono ancora molto trascurate – dall’igiene alla sicurezza nei posti di lavoro – e in cui non esistono giorni di ferie retribuiti, questa rappresenta infatti, per la stragrande maggioranza dei lavoratori cinesi, una delle poche opportunità per lasciare il posto di lavoro e concedersi un po’ di relax.

Ogni anno, le aspettative sono sempre maggiori. L’obiettivo, implicito, di questo periodo di festività è ovviamente quello di incentivare la popolazione a spendere, andando in vacanza, facendo shopping e concedendosi alcuni capricci dei quali, altrimenti, avrebbero sicuramente fatto a meno. Ed il governo, pur di incentivare le persone a muoversi, offre sconti sul prezzo del carburante, sul pedaggio delle strade e sulle attrazioni turistiche. Ma le opinioni di accademici ed economisti sono contrastanti. È vero che questa rappresenta un’occasione per far girare l’economia, ma ci sono alcuni aspetti critici che vanno analizzati.

Innanzitutto, visti i salari ancora molto bassi e quindi lo scarso potere d’acquisto della classe media cinese, molti rinunciano a spendere durante l’anno per poter mettere da parte qualche soldo in più per andare in vacanza. Ciò implica che la ricchezza viene meramente spostata da una parte all’altra e non viene aggiunta a quella altrimenti spesa in assenza di questa festività. Inoltre, rappresentando una delle poche festività nazionali, diventa una settimana di mobilitazione di massa. Si parla di più di 120 milioni di persone che, spostandosi simultaneamente per popolare le mete turistiche più famose, finiscono per ingorgare e mettere sotto sopra tutto il Paese. Solo a Pechino sono state stimate quest’anno 10 milioni di persone in questa settimana. Ed il risultato di tutto ciò è rappresentato da strade super trafficate, stazioni ferroviarie ed aeroporti sovraffollati e, come se non bastasse nella routine di tutti i giorni, causando un livello di inquinamento record. Di conseguenza, per non trasformare le proprie ferie in un inferno, molti cinesi preferiscono non partire e rimanere nelle proprie abitazioni.

Le stime dei risultati di quest’anno non sono brillanti per gli analisti: China Railway Corporation parla di 70 milioni di passeggeri in questa settimana, un record rispetto agli anni precedenti. Anche il numero di viaggiatori e gli incassi sono aumentati rispetto all’anno precedente. Ma tutto ciò al di sotto delle aspettative.

Il suggerimento che proviene da più parti è univoco: concedere ai lavoratori ferie pagate, così da non creare questa movimentazione di gruppo, ma lasciare alle famiglie di decidere quando andare in vacanza. Questa, al momento, non rappresenta una priorità del governo cinese, che però presto dovrà cercare di intervenire anche su questi punti.

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