Nonostante i grandi sforzi di sensibilizzazione, la questione della parità di genere rimane ancora oggi un grande problema insoluto, soprattutto all’interno della tech industry.
Tale condizione non risparmia di certo un gigante tecnologico mondiale come Google: secondo quanto dichiarato dalla Google Diversity Chart infatti, solo il 30% dei cosidetti “googlers” sono donne. Di quest’ultime, solo il 17 % sono ingegneri o ricoprono una posizione lavorativa altamente tecnologica e solamente il 21 % di esse detengono una posizione di leadership.
Per colmare questo gap il colosso mondiale fondato nel 1998 da Larry Page e Sergey Brin, ha indetto una Google Task Force con il fine di evangelizzare le giovani ragazze americane ad abbracciare una carriera nel settore tecnologico.
Anche Google Italia sta dimostrando un impegno attivo a sostegno del tema. Costituisce parte fondamentale di questo progetto, la collaborazione con Young Women Network, la prima associazione per il mentoring, il networking e l’empowerment femminile in Italia. Giovedì 16 aprile infatti, presso la sede di Google Italia, si è tenuta la prima colazione di mentoring che inaugura un nuovo ciclo di incontri YWNINTECH. Al centro del dibattito l’esigenza delle nuove generazioni di ragazze, le cosiddette “millennials”, di uscire dalla dicotomia che tradizionalmente vede associare le donne a lavori concernenti l’area umanistica, ed iniziare ad assumere anch’esse un ruolo in posizioni lavorative che fino ad oggi sono state prettamente maschili.
Un problema forse innanzitutto culturale, retaggio di una tendenza storica che ha visto gli uomini intraprendere le carriere accademiche più difficili.
La colazione di mentoring ha visto la partecipazione di Paola Scarpa, Sector Director di Google Italia, e di Livia Bettini, Media and Platforms Senior Account Director e responsabile del team Women at Google.
Entrambe, sebbene contraddistinte da un background accademico e da percorsi professionali differenti, ricoprono oggi un ruolo prettamente tecnico.
“ Prima di iniziare la facoltà di ingegneria gestionale presso il Politecnico di Milano- racconta Paola Scarpa- per me all’ora l’integrale, come per la maggior parte delle mie coetanee, era semplicemente un panino. Guardando oggi la realtà che ci circonda, quello di cui abbiamo bisogno è di avere più donne a coprire posizioni in ambito Tech e di conseguenza di convincere sempre più le ragazze giovani ad intraprendere una carriera ingegneristica. Ho partecipato all’ultimo Women Start-up Weekend e ciò che ho potuto tristemente constatare è stata la totale mancanza di figure tecniche femminili che sapessero tradurre le idee brillanti in progetti concreti. Questa rappresenta una forte limitazione: nel mondo nell’imprenditoria e dell’innovazione non è importante quanto sia innovativa e brillante un’ idea se non si hanno i mezzi per realizzarla”
“In che cosa le donne sono diverse? – continua Paola Scarpa- Nella loro emotività, che spesso viene riconosciuta come essere il punto debole di noi donne. Ciò che ho capito nel corso della mia carriera è che la percezione che si dà di sé è fondamentale. Non bisogna nascondere la parte emotiva, ma imparare a gestirla al fine di essere in grado di sfruttare la forte empatia che in noi donne è innata: è importante che quest’ultima venga riconosciuta e promossa come un plusvalore di noi donne rispetto ai nostri colleghi uomini. È infatti fondamentale soprattutto quando si ricoprono ruoli di leadership e all’interno di un team di lavoro può fare davvero la differenza.”
Ma come è possibile allora per coloro che hanno già completato un percorso di studi non ingegneristico acquisire le competenze necessarie per lavorare nel mondo del tech?
“ Io ho una laurea in lingue e letterature straniere – racconta Livia Bettini – tutto ciò che ho imparato in abito di coding l’ho rubato dalle persone che in passato hanno lavorato al mio fianco. Il destino non è segnato, tutto è in evoluzione, bisogna provarci anche quando non si è totalmente sicuri di essere all’altezza e cogliere tutte le opportunità di crescita personale e professionale. ”
Ed ecco ora i 5 consigli finali dati da Paola Scarpa e Livia Bettini a conclusione della colazione di mentoring:
1. La passione per fare le cose può dare più visibilità, dunque è fondamentale dimostrare passione per quello che si fa.
2. Non bisogna limitarsi a criticare un’idea, bensì presentarsi sempre con un’alternativa, essere propositive e fare gioco di squadra.
3. Ognuno di noi nel corso della propria vita incontra dei mentori, spesso inconsapevolmente. I mentori ci sono: bisogna saperli e volerli ascoltare.
4. La fiducia è la parte fondamentale del tutto: se c’è fiducia si può sbagliare, al di là del risultato, perché nessuno ci metterà in discussione professionalmente.
5. Non bisogna avere paura di provare perché i risultati non si portano a casa da soli e le proposte possono arrivare quando meno ce lo si aspetta.