Google dichiara guerra alle bufale. In che modo? Non facendo apparire alcuna pubblicità su quei siti che pubblicano notizie false. Una portavoce di Google ha informato Reuters che un cambio di rotta per il loro network di advertising, AdSense, è imminente: “d’ora in poi, limiteremo il flusso pubblicitario su quelle pagine che rappresentano in modo errato, affermano erroneamente, o nascondono informazioni”.
AdSense è alla base dei profitti di molti siti internet.
Prima di tale annuncio da parte di Google, Facebook è stato soggetto ad aspre critiche in quanto ha permesso la diffusione di notizie false nel periodo antecedente le elezioni presidenziali americane, probabilmente influenzando l’esito di tali elezioni. Mark Zuckerberg ha promesso che il social network correrà ai ripari, anche se reputa “un’idea un po’ pazza” la possibilità che Facebook abbia potuto cambiare in qualche modo l’esito delle elezioni che hanno decretato la vittoria di Donald Trump.
Ma un gruppo di impiegati all’interno del social network si è comunque mosso da solo per porre fine a questa pratica: “non è un’idea pazza” ha detto uno di loro a BuzzFeed, “la vera pazzia è il fatto che lui [Zuckerberg] creda che non ci sia nulla di cui preoccuparsi mentre sa che durante l’intero periodo elettorale il sito è stato invaso da una quantità incredibile di notizie false”.
I falsi siti di notizie che abbindolano un pubblico poco informato con bufale di ogni genere sono diventati un modo facile per fare soldi: ad esempio, si è scoperto che 140 siti aventi come oggetto la politica statunitense hanno i loro server a Veles, una cittadina della Macedonia di 45.000 abitanti: con ogni click sui link a questi siti nei social media, i loro creatori guadagnano una cifra non indifferente.