Alzi la mano chi non ricorda almeno un’entrata in un Hard Rock Cafè. Magari durante una gita scolastica per acquistare la famigerata maglietta per sé o per il proprio fratello o sorella o meglio ancora, durante un viaggio familiare per una cena di qualità discutibile ma di sicuro valore turistico.
Quel viaggio e quel ricordo vivido non si discosta molto da ciò che è oggi la realtà di uno dei business “a tema” più famosi della storia. Da allora, ovvero da quella memoria di 15-20 anni fa, periodo di consacrazione per i caffè-ristoranti americani, alzi ora la mano chi è tornato all’interno di un punto vendita Hard Rock Cafè. Pochi. Lo dicono le statistiche, i numeri. I cosiddetti ex “baby boomers” sono diventati ora, in questa fase di rilancio della blasonata catena che conta 140 ristoranti nel mondo, la vera ossessione del marketing targata Hard Rock Cafè. Questa missione evangelica, così ribattezzata da Fred Thimm, chief operating officer del marchio americano, parte dalla diverse constatazioni, non ultima quella relativa all’evoluzione culturale, musicale e temporale del business.
Hard Rock Cafè si è infatti orientata negli ultimi anni sull’apertura di casinò e hotel a tema, diventati il vero core business dell’azienda nata 43 anni fa a Londra ma da subito spostata in USA e battente più che mai bandiera a stelle e strisce. Il gioco d’azzardo e l’hotellerie ha fatto da traino alle vendite, facendo schizzare i guadagni della compagnia a circa 3,5 miliardi di dollari. Ora inizia la vera fase due, con il recupero dei nostalgici dell’Hard Rock Cafè e dei suoi gadget e con il rilancio dei ristoranti e dei caffè, spesso deserti e secondo molti, decisamente fuori dalla portata economica dei più.
Il battage pubblicitario è iniziato con l’acquisto di spazi all’interno dei più importanti media dei Paesi del circuito Hard Rock Cafè e dei social, oltre che con la ricerca di sponsorizzazioni che generino traffico di utenti, mangiatori e soprattutto di nostalgici (si è parlato negli scorsi mesi di un’interesse del colosso americano per la sponsorship della Fiorentina, che ha nella città del giglio uno dei ristoranti più redditizi in Europa). Altra mossa decisamente finalizzata allo svecchiamento è il rinnovamento del menù, ormai obsoleto e ad uso e consumo decisamente turistico.
Infine l’organizzazione di eventi dal gusto amarcord, per attirare la ex clientela dei trentenni a caccia del concerto indie-rock dell’artista locale, in perfetta sinergia con i gusti che negli anni ’90 fecero grande il marchio Hard Rock Cafè, dando vita ad un vero e proprio scontro con i quasi deceduti Planet Hollywood. Una localizzazione di Hard Rock, insomma, come arma di rilancio contro la globalizzazione massiva, che ha generato negli anni molti cloni risultati col tempo inefficaci e decisamente poco al passo con i tempi.