Hayez a Milano, il Bacio della Storia

Dillo con un bacio, suggeriva una nota pubblicità. Ma prima ancora che la Perugina coniasse il motto destinato a divenire proverbiale, c’è stato un tempo in cui qualcuno, con un bacio, riuscì a dire molte cose. E, a distanza di oltre 150 anni, quel bacio ci parla ancora.

Non è un caso che proprio il Bacio più famoso dell’intera storia dell’arte sia stato scelto come icona rappresentativa per la mostra HAYEZ, allestita alle Gallerie d’Italia di Milano dal 7 novembre 2015 al 21 febbraio 2016 e curata da  Fernando Mazzocca con il sostegno di Intesa Sanpaolo. L’iniziativa si colloca all’interno del Progetto Cultura elaborato dalla banca per promuovere la crescita culturale e civile del nostro Paese attraverso la valorizzazione del patrimonio storico-artistico nazionale.

Hayez ebbe una vita lunghissima (morì nel 1882 alla veneranda età di 91 anni) e scelse di viverla da protagonista. Protagonista nella Storia, come patriota e amico personale degli eroi del Risorgimento italiano e degli ingegni più brillanti del Diciannovesimo secolo (Manzoni, Rossini, per esempio); protagonista nell’Arte, fin dalla formazione a bottega presso il Canova e poi nel corso della sua straordinaria carriera, in cui non esitò a sperimentare le tecniche più svariate (affresco, pittura a olio) e a trattare i temi più diversi, dalla storia, alla Bibbia, alla mitologia, al nudo, per approdare ai grandi ritratti.

Fu l’artista simbolo del Romanticismo e il pittore del sentimento, attento a fissare la psicologia nei volti dei suoi soggetti, concentrato nel coglierne le emozioni nascoste. Hayez capì prima di altri che un gesto, uno sguardo, un bacio per l’appunto, possono trasmettere lo spirito della Storia molto più efficacemente di un libro. A dimostrazione di ciò, le Gallerie ospitano, mettendole a confronto, ben tre versioni del celebre Bacio, elogio all’amore, certo, ma al tempo stesso metafora romantica della ribellione indipendentista.

Veneziano di origine, Milano divenne ben presto la sua città. Per sessant’anni Hayez insegnò all’Accademia di Brera, che oggi ne espone i numerosi disegni, di nuovo fruibili dopo un accurato restauro. Dipinse i signori e le signore della Milano aristocratica, i tenori di maggior successo alla Scala, decorò la Sala delle Cariatidi nel Palazzo Reale, dove ancora si troverebbero i suoi affreschi se i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale non li avessero cancellati.

Oggi quella stessa Milano, centro propulsivo della sua vita e della sua arte, in 120 opere esposte, rende omaggio all’artista simbolo dell’Ottocento romantico e patriottico, rilanciandone i valori di identità e coraggio, valori di cui, in quest’epoca più che mai, abbiamo tutti un disperato bisogno.