Un team di medici britannici potrebbe essere sul punto di sviluppare una cura per l’HIV.
Ricercatori hanno recentemente condotto esperimenti riguardanti la loro pionieristica terapia sul primo di 50 partecipanti in uno studio clinico, come riportato dal Sunday Times. I primi test sul primo paziente, un social worker britannico di 44 anni, hanno mostrato che il virus non può essere identificato nel sangue dell’uomo in questione.
“Questo è uno dei primi seri tentativi di sviluppare una cura per l’HIV” ha detto al Sunday Times Mark Samuels del Britain’s National Institute for Health Research.
“Stiamo esplorando la reale possibilità di curare l’HIV” ha aggiunto Samuels, “è una sfida ardua, ed è ancora presto, ma il progresso che abbiamo fatto è notevole”.
Il National Health Service britannico sta finanziando gli studi clinici, che sono il risultato della collaborazione tra le università di Oxford e Cambridge, l’Imperial College di Londra e il King’s College, sempre di Londra.
Il primo paziente a sottoporsi allo studio clinico, un ragazzo omosessuale di cui non si conosce l’identità, ha detto di aver partecipato allo studio per aiutare altre persone con la sua malattia.
L’HIV, o virus dell’immunodeficienza umana, è trasmesso principalmente per via sessuale o a causa dell’uso di aghi infetti. Il virus indebolisce il sistema immunitario umano distruggendo importanti linfociti T, che prevengono malattie e infezioni.
Al mondo, almeno 36,7 milioni di persone sono infette dall’HIV, secondo gli U.S. Centers for Disease Control and Prevention.
2,1 milioni di nuovi casi sono stati aggiunti nel 2015; secondo la CDC, due terzi delle nuove infezioni hanno avuto luogo nell’Africa sub-sahariana.
Se non trattato, l’HIV può causare la sindrome da immunodeficienza acquisita, o AIDS. Lo scorso anno, almeno 1,1 milioni di persone sono morte a causa di malattie correlate all’AIDS.
Nonostante terapie retrovirali possano controllare gli effetti dell’HIV sul sistema immunitario umano, non esiste ancora una cura efficace.
In alcuni aspetti, la potenziale cura dei ricercatori britannici rispecchierebbe gli effetti delle terapie retrovirali.
In pazienti non trattati, L’HIV assume il controllo dei linfociti T e li trasforma in creatori di virus che infettano altri linfociti ancora; le terapie retrovirali sono mirate alla soppressione di questa attività, ma lasciano comunque milioni di linfociti dormienti e infetti nel corpo.
Il nuovo trattamento, secondo il Sunday Times, dovrebbe non solo sopprimere le infezioni, ma anche fare piazza pulita delle cellule infette.
Sarah Fidler, medico primario e professore all’Imperial College di Londra, ha affermato che i test medici su questa potenzialmente rivoluzionaria terapia continueranno per i prossimi cinque anni.
“Ha funzionato in laboratorio e ci sono prove sul fatto che potrebbe funzionare anche sugli esseri umani”, Fidler ha detto al quotidiano britannico, “ma bisogna dire che siamo ancora lontani da una vera e propria terapia”.