I 10 Paesi in Cui è Più Facile Fare Business

Mentre gli Stati Uniti hanno definitivamente superato la crisi economica e viaggiano su cifre di crescita incoraggianti, l’eurozona stenta nella ripresa ed anzi pare molto diversificata in questo senso, con i paesi nordici a trainare tutti gli altri. Tempi ancora piuttosto duri, pare. Almeno per un po’. La disoccupazione sicuramente morde, in Italia più che altrove. Quella giovanile è seriamente preoccupante. Di fatto, i giovani che si affacciano sul mondo del lavoro lo fanno ancora tra mille incognite e ben poche certezze su quella che sarà la loro carriera e il loro futuro. Resta da giocarsi una carta, però: mettersi in proprio, creare un’attività dal nulla, costruire start up e network virtuosi. Perché se c’è una cosa che non ci manca quella è la creatività e la voglia di realizzarsi. Anche qui, però, le differenze tra paese e paese sono piuttosto marcate. Un imprenditore sa già in partenza che in Italia avrà davanti a sé molti più ostacoli, spesso di tipo burocratico, prima di arrivare a un’affermazione costante del proprio business. E’ questione di agevolazioni, di lungimiranza da parte dei governi. Di sforzi notevoli, anche. Perché spezzare catene di immobilismo e cattiva amministrazione richiede tempo e soldi. Ecco dunque come diventa importante avere chiaro dove e perché è meglio fare impresa. Dove è più semplice e dove no. Sperando che in futuro, anche in questo ambito, ci possa essere una vera armonizzazione normativa almeno a livello comunitario. Nel frattempo, eccovi la lista completa stilata come ogni anno dal TMF Group e basata sul Complexity Benchmark Index, dei paesi in cui è più facile fare business nel mondo. I pilastri intorno a cui si snoda la ricerca tengono ovviamente conto del sistema legale dei paesi, di quello politico ed economico e persino dei rischi di cybersecurity.

10. Nuova Zelanda

1_auckland-800Avviare un’attività in Nuova Zelanda richiede generalmente meno di un giorno, contro una media OECD di circa nove giorni. Fonte: World Bank

9. Barbados

546400_638_300Conosciuta più per le sue spiagge da favola e il mare cristallino, Barbados si presenta anche come un importante centro di commercio e scambio internazionale. Tra i pregi, l’elevata stabilità politica e lo stesso orario della costa est statunitense. Fonte: Us government

8. Regno Unito

business_2172838bLa Gran Bretagna gode della sua posizione strategica tra i paesi dell’Unione Europea ma fuori dall’eurozona (e relative criticità). La capitale, Londra, è di gran lunga il più importante centro per il mercato valutario del mondo. La sua ricchezza sta nel riuscire ad attirare firme internazionali come nessun altro paese riesce a fare.

7. Guernsey

jennifer-fry-harbour-st-peter-port-guernsey-channel-islands-united-kingdom-europeGuernsey è una piccola isola situata nel canale della Manica. Tecnicamente un possedimento della Corona ma non fa parte del Regno Unito. E’ da tempo un porto franco per le grandi imprese internazionali perché non presenta imposte patrimoniali, imposte sulle plusvalenze o sulle vendite. Fonte: Pkf

6. Australia

SydneyCome molte altre ex colonie britanniche anche l’Australia gode della cornice normativa particolare legata alla common law. Negli ultimi 10 anni ha più che dimezzato la tassazione sulle importazioni e presenta una tra le più basse tassazioni di impresa del gruppo di paesi OECD.

5. Porto Rico

SONY DSCPorto Rico fa parte degli Stati Uniti ma in realtà gode di un sistema di tassazione completamente diverso. Ad esempio, è regolata dalla legge americana per quanto concerne la proprietà privata e la protezione, però determinate attività  hanno una tassazione preferenziale che oscilla tra lo zero e l’un per cento. Fonte: Puerto Rico Department of economic development and commerce

4. Bonaire

SandDollarBonaire-ShoreDiving3Un altro paradiso caraibico, Bonaire è territorio di proprietà dello stato olandese. Nel 2001 effettuò una revisione delle proprie politiche fiscali verso le imprese per togliersi l’immagine di paradiso fiscale. In realtà ancora oggi molte società beneficiano di regimi offshore grazie ad accordi preferenziali. Fonte: Pwc

3. Irlanda

ireland-businessL’Irlanda è quasi un’eccezione tra i paesi Ue per via delle sue tasse relativamente basse. Gli investitori esteri lo sanno bene e la usano come approdo per l’area euro. Le grandi compagnie Tech come Google, Facebook e PayPal hanno tutte i loro uffici a Dublino, dove beneficiano di una tassa sui profitti del 25%. La media OECD è 41%. Fonte: World Bank

2. Hong Kong

Hongkong540x324Anche Hong Kong, come altri paesi in questa lista, è parte di un paese (Cina) ma si regola come un qualunque altro Stato autonomo per le politiche fiscali. Ad esempio, è considerato il miglior paese al mondo per facilità di avviare un’opera di costruzione. Fonte: World Bank

1. Jersey

marketing-around-the-world-jerseyJersey è l’isola più grande del canale britannico, nonché un possedimento della Corona inglese anch’esso. Soprattutto è il paradiso fiscale per eccellenza. Non esiste tassa sul valore aggiunto e anche quelle di impresa sono possibilmente vicine allo zero. Questo ha spinto, nel tempo, le imprese internazionali ad approdare a Jersey, al punto che adesso i quattro quinti della locale economia derivano proprio dal settore della finanza offshore. Fonte: Startup overseas