L’arte è uno strumento sociale potente. Esprime emozioni, desideri, paure e posizioni sulle questioni socio-politiche. Offre differenti punti di vista per riflettere, immaginare o soltanto trovare un po’ di conforto.
Perciò è cruciale trovare un curatore che sappia veicolare questi messaggi potenti all’interno della società, che sia un tramite tra l’artista e il suo pubblico.
In questo 2016 particolarmente turbolento e confuso, alcuni si sono distinti per la maestria con cui hanno riflettuto sulla vita umana nella contemporaneità, altri sono tornati all’origine: sono ripartiti dall’artista, dal suo talento di rappresentare la personale visione della realtà con creatività.
Dalla selezione dei curatori più influenti redatta da Artsy in collaborazione con Planet Art, riportiamo i cinque profili più sorprendenti di quest’anno che sta volgendo al termine.
5. Catherine Morris
Curatrice della famiglia Sackler presso l’Elizabeth A. Sackler Center For Feminist Art e presso il Brooklyn Museum per A Year of Yes: Reimagining Feminism at The Brooklyn Museum. Forte sostenitrice del femminismo, una dei suoi artisti, Marilyn Minter, ha dichiarato che “Brooklyn Museum è fortunato ad avere lei nel team”. Sin dal 1970 si occupa di valorizzare l’arte femminile e di recente ha co-curato numerose mostre a Brooklyn. Un elemento prezioso per gli Stati Uniti, soprattutto ora che le discussioni sull’uguaglianza di genere e razza si fanno sempre più accese.
4. Jochen Volz
Curatore della 32° Biennale di San Paolo, di origine tedesca. La celebre mostra brasiliana ha aperto le sue porte otto giorni dopo la destituzione del Presidente Dilma Rousseff con il titolo “Vivere l’incertezza”. Scelta piuttosto indovinata e dettata dalla profonda conoscenza dell’arte brasiliana che Volz ha maturato nella sua precedente esperienza di curatore nell’Instituto Inhotim a Minas Gerais, che gli ha permesso di valorizzare anche le culture indigene.
3. Hamza Walker
Carriera ultra ventennale a Chicago. È un’eccellenza nel portare in auge artisti sconosciuti e raccontare delle storie con l’arte. Il suo talento è culminato nella Biennale Made in L.A, focalizzata sugli artisti di Los Angeles, che ha saputo coniugare i grandi artisti locali con gli emergenti. Dopo un brillante operato presso la Reinassence Society a Chicago, accetta il posto al Laxart di Los Angeles come Direttore.
2. Massimiliano Gioni
Un’eccellenza italiana, direttore artistico al The New Museum e alla Fondazione Nicola Trussardi. A soli 39 anni era direttore artistico della Biennale di Venezia, avvenimento che non si verificava da oltre un secolo. Quest’anno si è occupato di numerosi progetti sul territorio americano, tra i quali la mostra della pittrice americana Nicole Eisenman. In aprile sarà protagonista con il suo collega Vincenzo de Bellis nella presentazione underground dell’artista britannica Sarah Lucas.
1. DIS

I quattro ragazzi curatori della Nona Biennale di Berlino. Prima di calcare questo palco, erano noti come DIS Magazine, una pubblicazione digitale che incarna l’anticonformismo collettivo attraverso la moda, la cultura pop, la musica e high art. Inoltre, quest’anno esporranno un loro progetto artistico allo spazio espositivo di Londra Project Native Informant,