Secondo l’AFP, Il Qatar sta comprando 11 miliardi di missili ed elicotteri d’attacco dagli Stati Uniti: la più grande commessa militare degli Usa nel 2014. Questo non è il primo grande investimento americano nel piccolo stato del golfo persico: in Qatar risiede infatti l’”Al Udeid Air Base”, una delle basi aeree militari più importanti degli US nel Medio Oriente. La notizia fa scalpore, specie se si pensa che il Qatar conta solo 278.000 cittadini.
Perché il Qatar gode di tanta importanza agli occhi dei paesi occidentali? Che ruolo gioca il Qatar nei rapporti diplomatici tra gli stati del Medio Oriente?
Il Qatar fa parte della GCC, il Consiglio di Cooperazione del Golfo Persico. Da tempo, gli altri cinque stati dell’organizzazione (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Oman) stanno criticando l’operato politico del Qatar, accusato di ledere la sicurezza e la compattezza della GCC. Theodore Karasik, direttore dell’area di ricerca dell'”Institute for Near East and Gulf Military Analysis”, ha dichiarato:” if Qatar doesn’t change its behavior, the GCC as a regional bloc will be damaged significantly”.
Il Qatar si è infatti distinto negli anni per una serie di aiuti finanziari e appoggi diplomatici nei confronti dei gruppi estremisti islamici delle aree circostanti. In primis, i Fratelli Musulmani in Egitto. Il Qatar ha infatti espicitamente appoggiato il movimento islamico sviluppatosi dopo la primavera araba egiziana, portando avanti anche azioni di propaganda delle idee dei Fratelli Musulmani grazie al strumento mediatico di Al Jazeera, che ha sede proprio in Qatar. E nel nostro mondo l’informazione vale più di dollari e armamenti.
Altra relazione incriminata è quella con Hamas. Fin dal 2006, anno in cui Hamas vinse le elezioni per il Consiglio Legislativo Palestinese e Israele impose un embargo contro la Striscia di Gaza, il Qatar ha appoggiato il movimento estremista sia finanziariamente che a livello diplomatico, nelle relazioni internazionali. Il rapporto si è consolidato al vertice di Doha, svoltosi durante la prima guerra israeliana contro Gaza nel 2008. Al vertice fu invitato a partecipare anche Il leader di Hamas, Khaled Meshaal. Per la prima volta, Meshaal si sedette accanto a capi di stato arabi, i più importanti dei quali erano l’emiro del Qatar, Sheikh Hamad bin Khalifa Al Thani, il presidente siriano Bashar al-Assad, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan. Durante il vertice, il Qatar ha annunciato che avrebbe donato 250 milioni dollari per riparare i danni causati dalla macchina da guerra israeliana.
In ultimo va citato l’appoggio ai gruppi ribelli siriani, a cui il Qatar ha fornito, oltre ad aiuti finanziari, anche appoggi militari, con la convinzione che questi, data la forza su cui potevano contare in Siria, sarebbero andati al potere dopo Assad.
Ecco perché il Qatar è tanto interessante agli occhi americani: questo piccolo paese è infatti un grande canale di comunicazione verso i gruppi islamici più estremisti. Al tempo stesso il Qatar ha bisogno di protezioni esterne e di una forte autorità che la sostenga nei difficili rapporti con gli altri stati arabi, in particolare con i cinque stati del GCC.