I Rituali Quotidiani delle Menti più Brillanti della Storia

Ahimè, vi sono soltanto 24 ore in un giorno.

Talvolta organizzare la propria routine quotidiana, in particolar modo quando questa comporta attività che richiedono l’espressione del nostro genio creativo, può rivelarsi un compito non così immediato. Ed anche se comunemente si può pensare che il “tran tran” giornaliero non giovi alla possibilità di rivelare il nostro estro artistico, ricordiamoci le parole di Blaise Pascal: “Quel che può la virtù di un uomo non si deve misurare dai suoi sforzi ma dal suo comportamento ordinario.” (Pensieri, 1670 – postumo)

Ed è esattamente con questo spirito che R.J Andrews di “Info We Trust”, utilizzando come guida il libro “Daily Rituals: How Artists Work” di Mason Currey, ha progettato alcune inforgrafiche che mostrano come alcune delle figure più creative ed influenti della nostra storia strutturavano le proprie giornate. Sfortunatamente, non v’è alcuna prescrizione comune per una “pianificazione perfetta”, dal momento che ogni individuo utilizzava un insieme di rituali quotidiani molto personalizzati.

Questo comunque non ci vieta di trarre ispirazione dalla loro quotidianeità.

I grafici sono rappresentati come dei cerchi scomponibili in 24 segmenti di egual misura, ognuno dei quali corrisponde ad un’ora di tempo.

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Ad ogni differente attività è assegnato un colore.

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Gustave Flaubert si atteneva a questo rituale mentre scriveva il suo capolavoro, “Madame Bovary”. Dopo una giornata di quieta contemplazione, era solito mettersi a lavoro dalla tarda serata fino alle prime ore del mattino.

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Questa fu la quotidianeità di Beethoven per almeno cinque anni. Il maestro era solito impegnarsi nella composizione fino alle 3 del pomeriggio, per poi dedicare il resto della giornata allo svago.

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Nel 1781, Mozart era un lavoratore sporadico, che dedicava alla composizione solo alcune ore al mattino e alla sera. Passava quasi il doppio del tempo a socializzare.

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Thomas Mann, era solito scrivere furiosamente per tre ore ogni mattina, per poi prendersi relativamente con calma il resto della giornata.

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Freud, rinomanto per essere un maniaco del lavoro, scriveva o visionava i propri pazienti per quasi 13 delle 18 ore di veglia.

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Nonostante si sostentasse insegnando, attività che gli occupava per intero la mattina, Kant ha sempre saputo ritagliarsi del tempo per un pranzo di 4 ore, e per scrivere.

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Alle 7:00, Maya Angelou era già in hotel pronta per lavorare. Solitamente scriveva per sette ore filate prima di tornare a casa per preparare la cena.

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La giornata di Milton iniziava alle 4 del mattino, e per mezzogiorno aveva già completato il proprio lavoro. Il pomeriggio era interamente dedicato alle camminate e al ricevere i visitatori.

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Svegliandosi all’una di notte ogni giorno, Balzac lavorava quasi ininterrottamente fino alle 4, alimentato da almeno 50 tazze di caffè nero.

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Dopo cinque ore di lavoro, Dickens passeggiava almeno per tre ore, per trovare l’ispirazione per il giorno dopo.

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Dopo una giornata lavorativa di 12 ore, Auden si premiava con serate a base di vodka martini.

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Darwin non era solito intrattenersi per troppo tempo con la medesima attività.

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Tchaikovsky dedicava soltanto quattro ore della propria giornata alla composizione. Riuscì tuttavia a completare, nel corso della propria vita, almeno 11 opere e 8 sinfonie.

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Dopo cinque ore di intensa contemplazione artistica, Le Corbusier era solito chiedere ai propri dipendenti di mettere in pratica le proprie idee nelle successive due ore e mezzo.

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Benjamin Franklin iniziava ogni mattina chiedendosi cosa avrebbe fatto di buono quel giorno.

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