Per poter far decollare un progetto non è sufficiente avere un’idea all’avanguardia e potenzialmente efficace, occorre necessariamente un notevole finanziamento iniziale, che ai nostri giorni è difficile ottenere da soli. Proprio per questa ragione si sono sviluppati diversi modi per ottenere dei fondi tra cui il classico crowdfunding o la IPO (Initial Public Offering), che consiste sostanzialmente nella vendita di alcune azioni da parte di un’impresa già quotata in borsa.
Non sorprende, considerata la diffusione delle monete virtuali, che si sia sviluppato un modo innovativo per reperire denaro in tempi rapidi: l’ICO, Initial Coin Offering. Scopriamo di cosa si tratta.
In primo luogo tale metodo consente di intervenire in un progetto ancora agli albori, non completamente definito (è adoperato prevalentemente dalle startup) e di stabilire un breve lasso di tempo entro cui gli investitori possono partecipare. Ciò si traduce in alti fattori di rischio e scarse garanzie, legate anche al fatto che non esista alcun apparato burocratico che possa tutelare coloro che decidono di finanziare l’opera. Essi acquistano infatti attraverso le criptovalute alcuni token, che non conferiscono quote azionarie o diritti in termini decisionali bensì esclusivamente economici, intimamente connessi all’andamento del rendimento della società in questione (meccanismo non distante dai future di cui avevamo parlato in precedenza).
Nonostante le scarse garanzie sono state molte le compagnie ad aver beneficiato della “febbre dei bitcoin“, ecco le cinque maggiori raccolte di fondi attraverso ICO, secondo quanto riportato da Business Insider UK:
5) Polkadot: la tecnologia permette di utilizzare diverse blockchain, garantendo sicurezza e verifica formale e ha ottenuto 145 milioni di dollari.