Sembra che negli ultimi due mesi un’improvvisa bufera abbia impedito agli aerei di Ryanair di decollare, non si tratta però di maltempo, bensì del malcontento dei piloti. Oltre duemila voli sono stati infatti cancellati per mancanza di personale, nonostante la compagnia low-cost avesse tentato di arginare la crisi offrendo bonus di 12.000 dollari a coloro che avrebbero rinunciato parzialmente alle ferie.
Il problema però non sembra essere soltanto la leggerezza e la disorganizzazione nella pianificazione dei turni, in quanto nell’ultimo anno e mezzo oltre mille persone hanno lasciato il proprio posto di lavoro. In molti hanno rilasciato interviste anonime denunciando le pessime condizioni di lavoro, scoperchiando un vero e proprio vaso di Pandora.
Sembrerebbe infatti che i piloti assunti attraverso un contratto indiretto, ossia mediato da un’azienda interinale, non avessero diritto a ferie o permessi per malattia, dovessero pagare di tasca propria alcune spese relative ai corsi di formazione, oltreché divise, parcheggi e pasti. Alcuni degli ex lavoratori hanno descritto un effettivo clima di terrore messo in atto dalla compagnia, che è stata accusata di aver impedito i rapporti con il sindacato.
In controtendenza rispetto agli abbandoni e all’ammutinamento generale, Peter Bellew ha annunciato che da dicembre sarà il nuovo Chief Operations Officer di Ryanair, per cui aveva lavorato fino al 2014, con il ruolo di Director of flight operations.
Egli, dimettendosi dal ruolo di CEO che ricopriva per Malaysia Airlines, ha dichiarato:
Sebbene abbia mostrato la sua scelta come una risposta ad una sorta di richiamo alle armi per la propria patria, appare strano che Bellew sia il terzo CEO che abbandona in modo repentino, in meno di tre ann, la compagnia di bandiera malese,anch’essa alle prese con una grossa crisi.
È quindi lecito chiedersi: riuscirà, a fronte della sua conoscenza diretta di Ryanair, a riportare in auge la compagnia irlandese?