Il Laboratorio delle Idee incontra Luciano Violante e Nicolò Zanon

In questo ultimo periodo in cui di politica si parla ormai ogni giorno, i ragazzi del Laboratorio delle Idee di Milano, per il loro ultimo incontro, hanno tirato fuori una questione a dir poco spinosa e complessa: la giustizia. Nel loft SAGSA sui Navigli sono stati invitati a parlarne due ospiti d’eccezione: Luciano Violante, docente e politico di lungo corso già presidente della Camera e della Commissione parlamentare Antimafia e Nicolò Zanon avvocato, giurista e professore di diritto costituzionale alla Statale di Milano.

“Giuristocrazia: questa è la parola chiave che descrive il nostro sistema politico e legislativo” dice Luciano Violante, aprendo il dibattito con un’analisi che mette in luce chiaramente i problemi. “Nel nostro Paese ci sono 200.000 avvocati e circa 10.000 magistrati e un eccesso palese di leggi”. Un sistema in cui il rapporto fra politica e magistratura è stato sempre controverso innanzitutto per ragioni storiche: “nel XVIII secolo, durante le Rivoluzioni francese e americana si svilupparono due modelli contrapposti: da una parte i giacobini che affidarono al parlamento e alla politica la garanzia sull’interpretazione delle leggi e dall’altra gli Stati Uniti con la Corte Costituzionale a difendere i cittadini”. Chiarisce Violante: “Il modello americano è arrivato in Europa con i processi di Norimberga e in Italia ha poi subito i colpi dell’antagonismo fra PCI e DC nella fase costituente”. Per evitare che una parte si imponesse sull’altra si cautelarono impostando un sistema in cui la politica decidesse il meno possibile: “Vennero affidati all’autorità giudiziaria poteri mai provati sottratti al principio di maggioranza. Alla magistratura si demandò il governo dei conflitti, escludendo la politica dalla possibilità di prendere decisioni definitive” conclude il professore.