Non potremmo nemmeno immaginare l’espressione di quegli agenti che, per un semplice controllo, entrando in un appartamento polveroso e in rovina di un ricco quartiere di Monaco, si sono trovati davanti oltre 1500 opere d’arte. Chagall, Delacroix, Picasso, Renoir, Canaletto, conservati in modo professionale e ritrovati in ottime condizioni. Il clamoroso ritrovamento è stato rivelato dal settimanale tedesco “Focus” agli inizi di novembre e sarebbe stato confermato in seguito dal procuratore di Augusta, Reinhard Nemetz. Il valore? Oltre 1 miliardo di euro.
Quello che viene chiamato “il tesoro di Hitler” è una collezione di quadri sequestrati dai nazisti alle famiglie ebree e nei musei dei Paesi occupati. La maggior parte rientrano nei quadri classificati dal Terzo Reich come “arte degenerata”, ovvero quelle opere moderne considerate “devianti” dal regime hitleriano, arte che poteva dunque influenzare negativamente la popolazione e che rappresentavano valori contrari ai principi nazisti.
Il proprietario dell’appartamento e silenzioso custode delle opere è l’ottantenne Cornelius Gurlitt, figlio del commerciante di oggetti d’arte Hildebrand Gurlitt. Proprio in questi giorni l’anziano tedesco ha dichiarato di essere il legittimo proprietario delle opere, acquistate, secondo lui, in modo assolutamente legale dal defunto padre tra gli anni ’30 e ‘40.
La notizia del ritrovamento del “tesoro di Hitler” ha fatto il giro del mondo, e le autorità tedesche vengono continuamente sollecitate alla pubblicazione di un inventario online dei quadri.
Lo scoop riaccende i riflettori su un argomento caldo come quello delle opere d’arte scomparse. Un argomento spesso dimenticato e trascurato. Non in molti sanno, per esempio, dell’esistenza di una sezione nel sito dell’FBI in cui sono elencate i 10 quadri “most wanted”, come per i ricercati più famosi. Nella lista c’è la famosa “Natività” del Caravaggio. Valore: 30 milioni di dollari. È stata rubata dalla mafia nel 1969 dall’Oratorio di San Lorenzo di Palermo, lo stesso anno in cui fu costituito il comando speciale dei carabinieri per la Tutela dei Beni artistici. Il quadro, secondo quanto dichiarato dal collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia, veniva esposto durante le riunioni della cupola. Dopo più di 40 anni il destino del quadro è ancora ignoto.
Ben 500 milioni di dollari è invece il valore delle opere di Vermeer, Rembrandt e Degas rubate nel 1990 all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Considerato uno dei colpi del secolo, dopo 23 anni di indagini, l’FBI ha finalmente identificato i ladri, che purtroppo non potranno essere perseguiti per il crimine commesso, in quanto caduto in prescrizione. Delle opere, non c’è traccia. Ma è certo che i proprietari attuali potrebbero finire nei guai.
Il furto più ricco messo a segno in un museo europeo, è stato eseguito in soli 3 minuti e 30 secondi. Era il 2008, e nel museo Buehrle di Zurigo vennero rubate, da 3 uomini armati e mascherati, 4 tele impressioniste del valore di 112 milioni di euro.
La maggior parte dei quadri rubati sono talmente famosi da essere difficilmente vendibili. Allora chi si nasconde dietro questi furti? Collezionisti? Non può non venire in mente un incredibile interpretazione di Geoffrey Rush nel pluripremiato film di Tornatore “La migliore offerta”: un collezionista ed estimatore attento e preciso, che curava preziosamente i suoi quadri. Ci auguriamo almeno che chiunque abbia la fortuna di avere queste meraviglie, assomigli più al protagonista del film, che all’ottantenne Cornelius Gurlitt, l’uomo che ha tenuto per 50 anni il “tesoro di Hitler” in un buio e polveroso appartamento.