Quanto vale essere un genio?
Quelli della “John D. and Catherine T. MacArthur Foundation” a tal proposito hanno le idee ben chiare: lo scorso mercoledì è stato infatti annunciato che ognuno dei 24 vincitori della loro “borsa di studio per geni” riceverà l’incredibile somma di $625.000. È ormai dal 1981 che la Fondazione assegna questi generosi premi, il cui budget anno dopo anno è aumentato fino al livello record del 2013: più di €745.000 ciascuno. L’incredibile somma della borsa di studio d’altro canto rispecchia l’ambiziosa filosofia della Fondazione: scovare, riconoscere e incoraggiare persone dai talenti fuori dal comune che dimostrano nella loro vita di tutti i giorni non solo straordinaria creatività, ma anche dedizione e tenacia nel perseguimento dei loro scopi. Secondo questa linea di pensiero le borse di studio sono assegnate ad ogni tipo di genialità, senza restrizioni di alcun genere: tra i premiati si trovano scrittori, scienziati, artisti, sociologi, umanisti, insegnanti, ingegneri ed economisti, con o senza ruoli istituzionali, con o senza incarichi universitari.
Cosa hanno in comune queste persone?
Semplice, l’opportunità di dare sfogo al loro talento senza obblighi o scadenze, senza alcun tipo di restrizione politico-istituzionale o vincolo aziendale. In poche parole: l’incredibile lusso di potersi dedicare sinceramente e totalmente alla loro passione. Quest’anno è stata la stessa Ms. Conrad, la vice presidente della Fondazione, a comunicare per telefono l’esito del concorso ai “fortunati” vincitori: “E’ elettrizzante perché la reazione delle persone riesce a comunicarti meglio di qualsiasi altra cosa quanto questo riconoscimento sia importante per le loro vite e i loro incredibili progetti”.
Nella rosa dei vincitori troviamo Colin Camerer, economista. L’obiettivo delle sue ricerche è mettere alla prova i modelli dell’economia classica includendo quante più assunzioni possibili sui comportamenti umani. Vijay Iyer, pianista: i suoi studi sono concentrati su una nuova concezione di jazz che reinterpreta in chiave elettronica i più difficili pezzi della musica classica. Sheila Nirenberg, neuro scienziata: la sua ricerca vuole rispondere alle fondamentali domande sul come il cervello decodifichi le informazioni visive, per sviluppare un approccio alternativo alla restituzione della vista in seguito a lesioni dei fotoricettori. Kyle Abraham, coreografo: nei suoi balletti mette in scena la relazione tra identità collettiva e storia personale attraverso un ibrido tra la danza classica e quella tradizionale. Carl Haber, fisico: il suo lavoro è finalizzato allo sviluppo delle nuove tecnologie per la conservazione e la registrazione di suoni rari, destinati a scomparire.
E se fossero proprio il genio creativo, la passione per la ricerca e la fiducia nell’umanità, un giorno, a salvare il mondo?
Photo credit: US Embassy Sweden / Foter / CC BY