In Campania il Primo Negozio che Acquista i Rifiuti

Il 15 marzo verrà ricordato come un giorno speciale per la Campania, da sempre conosciuta per la triste piaga dello smaltimento dei rifiuti e attualmente al centro delle cronache per le vicende legate alla Terra dei Fuochi: nasce infatti a San Nicola la Strada, in provincia di Caserta il primo negozio Ecoladay, che acquista i rifiuti differenziati dai cittadini. Sulla scia degli altri paesi europei, Nord Europa in primis, anche in Italia arrivano gli store finalizzati all’acquisizione di materiali riciclabili, e la nascita non a caso parte da un territorio molto difficile, nella quale provincia sono presenti diverse discariche tenute sotto stretta osservazione dalla Regione Campania.

L’obiettivo del piccolo comune è proprio quello di una e vera e propria rivoluzione ambientale. Il funzionamento del negozio è molto semplice: ogni famiglia verrà dotata di una scheda nella quale sono indicati tutti i rifiuti differenziati quali plastica, cartone, alluminio e saranno pagati in base al loro prezzo sul mercato. Questi rifiuti verranno poi rivenduti da Ecoladay direttamente al Consorzio per la bonifica. Il primo passo, insomma, verso una raccolta differenziata più organica, strutturata e perché no, anche un piccolo premio in denaro per i più meritevoli. Pare infatti che per una famiglia di quattro persone ci sia la possibilità di guadagnare attraverso Ecoladay circa 200 euro in un anno. Una cifra che in questo momento di tagli alla spesa potrebbe giovare all’economia campana.

Cosa succederebbe, si domandano gli esperti, se questi shop prendessero piede in tutta Italia, anche laddove, ad esempio, il sistema di raccolta differenziata sembra ancora una “mission impossible“? Sicuramente le ditte di smaltimento avrebbero un po’ di respiro e i cittadini uno stimolo maggiore ad attuare la sempre più ricercata raccolta differenziata. Speriamo quindi di vedere altri Ecoladay in tutto il Paese perché, in fondo, il mondo (e il salvadanaio delle famiglie) ha bisogno di voi.

Photo credit: fildil / Foter / Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)