Lo stress da esami, oltreoceano, pare ormai un vecchio ricordo. La notizia può non destare scalpore se a ciò non si aggiungesse il fatto che tale risultato è stato raggiunto semplicemente senza l’ausilio di farmaci o di avveniristiche terapie, ma grazie all’aiuto dei cani. L’università canadese di Dalhousie ha aperto infatti le porte agli amici a quattro zampe, attuando una pet therapy a favore degli studenti che soffrono di ansia da prestazione in vista degli esami.
Un successo senza precedenti, reso possibile solo grazie all’istituzione all’interno di ciascuna facoltà di una vera e propria puppy room, che ha permesso così agli studenti di rilassarsi in compagnia di alcuni animali poco prima di cimentarsi in una difficilissima prova scritta o in una temibile prova orale. Studi recenti, hanno dimostrato infatti che l’ansia da prestazione in molti casi rappresenta un problema di non poco conto per gli studenti, i quali finiscono spesso per somatizzare lo stress. Angoscia ed oppressione sono infatti le inevitabili conseguenze della tensione pre-esame che colpisce moltissimi studenti. Ed è proprio in questo campo che vengono in aiuto gli amati quattro zampe, ispirandosi fortemente agli ottimi risultati ottenuti con la pet therapy negli ospedali canadesi.
Gli studenti divenuti pazienti dei noti mammiferi hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa, e ormai fanno la fila per accaparrarsi le coccole e le attenzioni dei cani presenti nella puppy room del loro ateneo sotto la supervisione dei volontari che li accompagnano. Secondo lo psicologo David Lewis, che ha seguito il caso da vicino, il contatto con gli animali ha avuto il potere di abbassare sensibilmente i livelli di ansia e la tensione nonché la pressione sanguigna negli studenti presi in esame.
Un’iniziativa troppo futuristica per vedersi presto anche nel nostro Paese? In Canada, ma anche in Inghilterra e negli Stati Uniti la pet therapy si sta diffondendo a macchia d’olio nei campus universitari e non solo. Da noi potrebbe risultare una valida alternativa per combattere il fenomeno, ormai divenuto un problema per le casse delle nostre università, di tutti quei fuoricorso per esempio, che al posto del tempo magari avrebbero solo bisogno di qualche coccola. Naturalmente canina.
Photo credit: Ed Yourdon / Foter / CC BY-SA