La maggior parte delle nostre azioni finiscono con l’essere registrate su internet: basti pensare allo spostamento da un luogo all’altro usando Google Maps, oppure a quando effettuiamo il check-in in un qualsiasi locale per taggarci nelle foto coi nostri amici; questi sono dati che restano nei server per un tempo indefinito.
Riflettendoci per momento non è difficile realizzare che ormai le nostre abitudini, i nostri hobby, i nostri acquisti e perfino alcuni nostri segreti sono indelebilmente archiviati da qualche parte nel cyberspazio.
Pagamenti elettronici, applicazioni che raccolgono le liste dei nostri libri preferiti, informazioni dettagliate sui nostri hobby nei social network… Il web ci conosce meglio di quanto possiamo immaginare, e diventa sempre più “invadente” di giorno in giorno. Può sembrare paranoico, ma sicuramente non è un’esagerazione affermare che ogni nostra azione online viene seguita e registrata, e il tutto viene poi tramutato in pubblicità personalizzate sui siti che visitiamo, e di conseguenza in ingenti guadagni per le società online, che fanno pagare alti prezzi agli inserzionisti in quanto mostrano pubblicità mirate a quegli utenti che, secondo degli algoritmi basati sulle abitudini di navigazione, potrebbero essere interessati.
Di conseguenza gli ads che appaiono durante la navigazione sono diverse per ognuno di noi. E noi siamo influenzati dalle pubblicità che vediamo, e quindi più propensi ad acquistare. Come fare ad eludere questo monitoraggio digitale?