In periodi di alta volatilità, incertezza e sfiducia nel mercato, molti sono alla ricerca di investimenti a basso rischio in grado almeno di garantire la protezione del potere d’acquisto. Obiettivo senza dubbio non facilmente ottenibile in un periodo di congiuntura economica negativa come quello che stiamo affrontando.
Tuttavia, l’investimento in beni di lusso, quali auto storiche, monete preziose e opere d’arte, ha dimostrato di essere una decisione vincente che, oltre a mettere al sicuro il patrimonio, permette di farlo lievitare considerevolmente.
E’ ciò che risulta da uno studio realizzato dall’Economist, che ha misurato le performance di questa meta asset class. Raccogliendo le performance di vari asset, quali auto storiche, dipinti e strumenti musicali, ed aggregandoli, così da simulare un reale portafoglio composto da questi strumenti, è stato creato un “valuable index”. Le performance storiche di questo portafoglio parlano da sè: +211% dal 2003 a fronte di una performance del MSCI World (un indice rappresentativo dei mercati azionari delle economie avanzate) del +147%, e un +54% dal 2009.
La ricerca di strumenti innovativi, con cui diversificare i portafogli degli investitori, e le ottime performance di questa strana asset class hanno indotto numerose case di investimento a creare fondi dedicati a questo tipo di beni. Ovviamente si tratta di una asset class non convenzionale e di nicchia, ma con caratteristiche molto interessanti: bassa correlazione con le altre variabili finanziarie che dominano i mercati e protezione contro inflazione e rischio di cambio.
Rilevante è stata, in questi ultimi anni, la domanda proveniente soprattutto dai Paesi Emergenti e, in primis, dalla Cina, che ha visto incrementare notevolmente la spesa nel settore dei beni di lusso, sia a fini di investimento sia per piacere personale. Infatti, non va dimenticato che, parlando di beni spesso unici e non di strumenti standardizzati come un titolo, questi sono soggetti a gusti personali, caratteristica peculiare rispetto a tutti gli altri strumenti di investimento.
Vanno però considerati anche gli aspetti critici: data l’unicità di questa asset class, devono essere valutati anche costi di transazione, manutenzione e conservazione non trascurabili, così come l’elevata illiquiditá che potrebbe renderne difficile una qualsiasi dismissione. Infine, data l’elevata specificità e i tecnicismi che si celano dietro a questi strumenti, sono richieste conoscenze adeguate ed esperienza per valutare propriamente questi beni. Tali limiti, tuttavia, verrebbero mitigati investendo in fondi dedicati che, grazie allo sfruttamento di economie di scala, sono in grado di ridurre l’impatto di questi costi ed offrire expertise.